E' tutto maledettamente complicato. Piu' passano i giorni, piu' dubbi si addensano attorno al tentativo di dare al paese una maggioranza e un governo. Ieri la mossa di Bersani. Che non aggiunge nulla di piu' a quanto già si sapeva (si a Grillo, no a Berlusconi) se non il fatto che il partito all'unanimità ha per il momento sposato la sua tesi. Per il momento appunto, poichè all'interno del Pd sono in tanti a pensarla diversamente poichè trattasi di una tesi destinata con estrema evidenza ad infrangersi contro la dura realtà dei fatti: il Movimento 5 Stelle non ha infatti alcuna intenzione di votare la fiducia ad un governo guidato dal leader piddino. I suoi uomini lo ripetono tutti i giorni e in tutte le salse. Non hanno interesse a farsi ingabbiare. Il loro obiettivo è puntare dritti dritti a nuove elezioni cavalcando un'onda che giorno dopo giorno si fa sempre piu' grande. Nei sondaggi Grillo infatti continua a crescere e ieri ha addirittura scavalcato al primo posto nella classifica di gradimento degli italiani la stessa coalizione del centrosinistra. Si votasse entro giugno e stando a questi numeri, trionferebbe sia alla Camera che al Senato. Ed allora perchè accontentarsi dell'uovo oggi, quando domani l'ex comico potrebbe addirittura mettere le mani sull'intera gallina? Elementare Watson. Altro che giaguari. Solo Bersani sembra non capirlo, o comunque fa finta di non capirlo. Il percorso politico-istituzionale delle prossime settimane sembra dunque già segnato. Il leader del Pd riceverà pure un mandato esplorativo da parte di Napolitano, ma dopo aver sbattuto contro il muro grillino, dovrà ridare la parola al Capo dello Stato e farsi da parte. Che scenario si aprirà a quel punto? Napolitano proverà con un cosidetto governo del Presidente, che, sebbene camuffato da una locuzione di comodo, sarà nei fatti un nuovo governo tecnico. Chi ci starà, ci starà. Altrimenti nuove elezioni. Appunto, chi ci starà? Il Pdl sicuro. Il Pd non si sa. Bersani dice di no. A D'Alema invece un inciucio senza Berlusconi non sarebbe del tutto indigesto. Come lui la pensano in molti all'interno del partito: da Veltroni a Renzi, a tutta la schiera degli ex margheritini Letta e Gentiloni in testa. Si aprirà dunque una discussione interna al Pd e sarà a quel punto che Bersani si giocherà definitivamente la sua leadership. Gargamella insomma rischia di essere definitivamente smacchiato. E le probabilità che ciò accada realmente non sono poche. Ma se anche passasse la linea dei "rottamati" alla D'Alema, Berlusconi a quel punto un passo indietro sarebbe disposto a farlo? Ed ancora: quanto le vicende giudiziarie che lo coinvolgono e prossime alla conclusione, incideranno sulle sue scelte future ma anche su quelle degli altri? Una variabile, questa, non di poco conto che potrebbe aggiungere un altro po di imprevedibilità ad una situazione già di per sè del tutto imprevedibile. Insomma, un quadro contorto e complesso in cui al momento è praticamente impossibile intravedere una sicura via d'uscita. Un rebus complicatissimo che il Capo dello Stato sarà chiamato a risolvere. Siamo tutti nelle sue mani.
giovedì, marzo 07, 2013
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