Si parte. Oggi riaprirà il Parlamento. Tra Montecitorio e Palazzo Madama sbarcheranno centinaia di neo deputati e senatori. Per loro sarà come il primo giorno di scuola. A molti non sembrerà ancora vero di potersi fregiare del titolo di onorevole. Fino all'altro ieri facevano tutt'altro e parecchi di loro non si sarebbero manco sognati di diventare un giorno parlamentari della Repubblica. Eppure siederanno in quelle aule che fino a ieri avevano visto solo in televisione e da lì saranno chiamati a disegnare i destini prossimi venturi del nostro Paese. Che Dio ce la mandi buona.
Il loro non sarà certo un inizio agevole. Anzi, sarà un vero e proprio battesimo di fuoco considerata la precaria agibilità politica delle aule. E' probabile che inizialmente ci capiranno ben poco. La confusione generale incrementerà e di molto il loro disorientamento da neofiti. Il clima dell'esordio è infatti quello che è. I partiti si guardano in cagnesco. Non riescono a trovare un benchè minimo accordo su nulla. Oggi per esempio ci sarebbero da eleggere i presidenti delle due Camere. Ma è probabile che voleranno gli stracci, anzi sono già volati e che alla fine sarà solo fumata nera. Figuriamoci cosa potrebbe accadere quando ci sarà da votare la fiducia ad un nuovo governo semmai verrà, o addirittura quando ci sarà da eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Intanto Bersani continua ad andare dietro a Grillo nonostante questi continui a sua volta a sputacchiarlo ripetutamente in faccia, provocando pesanti rigurgiti di ribellione interni al suo partito ormai non più tanto sommersi. Renzi infatti è già uscito allo scoperto autoponendosi sulla plancia di lancio. Punta dritto a nuove elezioni sicuro di strappare la leadership allo stesso Bersani. E non sono in pochi quelli che si dichiarano pronti a seguirlo. Insomma, l'ennesima prova, semmai ce ne fosse bisogno, che sotto le insegne del Pd convivono due formazioni politiche diverse che vogliono e cercano soluzioni politiche differenti. E meno male che si sta parlando del partito che in teoria avrebbe vinto le elezioni salvo poi nei fatti accorgersi di averle invece perse.
Il Pdl dal canto suo si sta accartocciando, a torto o ragione, dietro le vicende giudiziarie del suo leader e ciò rappresenta un serio e grosso ostacolo verso un governo di larghe intese, mentre il Movimento Cinque Stelle non vuole sentire ragioni, non crede agli inciuci e quindi tira avanti nella sua corsa solitaria. Non pervenuta invece Scelta Civica, la cui insignificanza politica è ormai piu' che palese.
A conti fatti, la strada delle elezioni sembrerebbe ormai segnata ma Napolitano non può sciogliere le Camere essendo iniziato il cosidetto semestre bianco. Al gioco degli scacchi sarebbe una situazione di stallo. Praticamente se è vero che oggi apre il Parlamento, è anche vero però, ed è amaro constatarlo, che la politica ha invece già chiuso battenti da tempo.
Insomma, dire che siamo messi davvero male, è come dire che uno prima di morire è vivo.
Lapalissiano, scontato, appunto.
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