venerdì, marzo 16, 2012

Calabria, macelleria sociale...

Come è labile in Calabria il confine che separa la gente comune dalla 'ndrangheta. Basta poco infatti per vederti coinvolto in vicende che per storia personale e familiare non avresti mai e poi mai potuto pensare che ti sfiorassero soltanto. Basta, per esempio, conoscere una brava ragazza, frequentarla in ambienti professionali puliti, innamorartene, decidere di andarci a convivere, farci un figlio e pensare che nella vita hai finalmente raggiunto quell'equilibrio che andavi cercando. Poi, però, una bella mattina ti svegli e scopri che tua suocera, donna incensurata, mamma di famiglia, viene portata via dai carabinieri all'alba perchè accusata di aver favorito la latitanza di un boss. Apriti il cielo. Il mondo ti casca addosso. E se per caso per passione fai anche il politico, questo mondo ti cade addosso con una pesantezza ancor più insopportabile. Agli occhi della gente comune non sarai mai piu' quello di prima, il figlio del magistrato integgerrimo, un bravo ragazzo da tutti riconosciuto tale. No, il sospetto avvolgerà il tuo presente, segnerà il tuo futuro, farà dimenticare il tuo passato. Gli sciacalli non aspettavano altro: hanno annusato odore di sangue ancora caldo e adesso si fiondano su di te, preda troppo facile da immolare sull'altare della retorica antimafia, della politica buona e giusta, dei furbetti del giornalismo locale. Non distinguono te dagli altri. Non hanno interesse a farlo. Anzi volutamente mischiano "capre" e "cavoli", fanno di tutta l'erba un fascio, confondono le posizioni, ti appiccicano addosso le loro abili etichette mediatiche, fanno di te un altro "modello" negativo da abbattere, quindi ti chiederanno le dimissioni, anzi te le hanno già chieste. E' chiaro: il loro obiettivo non sei tu...ma chissenefrega...
E' macelleria sociale.