sabato, marzo 30, 2013

Lo stallo che affonda il Paese

Stallo totale. Non se ne esce piu'. La crisi politica si è avvitata e il paese rischia moltissimo. Troppi veti incrociati. Troppe pregiudiziali. I partiti armati l'un contro gli altri. Grillo non vuole nessuno se non se stesso. Bersani non vuole il Pdl. Berlusconi non vuole i tecnici. Scelta Civica non si sa che vuole. A sto punto neanche il Presidente della Repubblica sa piu' a che Santo votarsi posto che pur volendo non potrebbe neanche spedire tutti a nuove elezioni non avendo piu' il potere di sciogliere le Camere (semestre bianco). Nulla di tutto questo s'era mai visto prima nella nostra storia repubblicana. Le elezioni che finiscono in un sostanziale pareggio a tre. Il Parlamento che non riesce ad esprimere una maggioranza e quindi un governo. Un Presidente della Repubblica impotente rispetto ad una crisi di sistema senza precedenti. E intanto le sabbie mobili del Palazzo rischiano di fare sprofondare il Paese reale dove la crisi continua ad affliggere milioni di famiglie, centinaia di migliaia di aziende, una moltitudine sempre piu' consistente di disoccupati. Da fuori ci guardano con meraviglia, stupore e preoccupazione. Non comprendono le nostre reciproche pregiudiziali, nè questa guerra fratricida tra Guelfi e Ghibellini. Non capiscono come non si riesca ad anteporre l'interesse generale a quelli di parte quantunque la barca dove ci si trova imbarcati è la stessa per tutti e cominci a fare acqua da piu' parti.    Alla deriva rischiamo di andarci tutti e le responsabilità non possono che essere equamente distribuite tra ciascuno dei protagonisti in campo. Non ce n'è uno che può dirsi immune da colpe rispetto ad una situazione che se continua cosi avrà risvolti davvero drammatici. Ciascuno sta remando per conto proprio senza preoccuparsi del fatto che la barca sta ferma e alla lunga rischia di affondare. Il problema non è l'impossibilità di formare un governo subito, ma il fatto che se si andrà di nuovo alle elezioni lo si farà con il Porcellum, per cui le possibilità di ritrovarsi punto e accapo sono altissime.  Che fare? E chi può dirlo. La confusione è tanta. Tra qualche ora sapremo cosa il Presidente della Repubblica avrà deciso, quali consigli la notte gli abbia portato. Per il momento non ci resta che pregare e rivolgerci reciproci auguri per una buona e serena Pasqua.

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