Se non sbaglio, quello degli indecisi se non è il primo partito poco ci manca che lo sia. Sono dunque in buona compagnia. Segno che le mie difficoltà nel decidere non sono solo soggettive ma hanno un fondamento oggettivo comune a moltissimi altri elettori. Come dire, mal comune mezzo gaudio. Anche se nella fattispecie non vi è motivo alcuno per essere gaudenti sia pure a metà. Semmai il contrario. Ma tant’è.
Perché sono indeciso? E’ presto
detto. Parto da lontano. Da quel famoso anno di grazia che fu il 1994.
Scomparsa la Democrazia Cristiana, all’epoca feci una netta scelta di campo.
Innanzitutto ideologica. Mai e poi mai a sinistra. Fu cosi che mi buttai sul
versante opposto, attratto da quell’affascinante ed entusiasmante novità che
portava il nome e il cognome di Silvio Berlusconi. Una ventata liberale e
liberista, rivoluzionaria sotto molto punti di vista, riformatrice, innovativa.
Ne condivisi subito le idee, i programmi, la visione.
L’uomo mi ispirava fiducia. Un
uomo di successo. Un imprenditore dalle mani fatate: tutto ciò che aveva
toccato fino a quel momento era riuscito a trasformarlo in oro. L’edilizia, le
televisioni, l’editoria, il calcio e ora pure la politica. Dal nulla e in pochi
mesi riusci a costruire un movimento capace di ottenere la fiducia della
maggioranza degli italiani. E infatti vinse le elezioni. Da allora l’ho sempre
seguito, l’ho sempre votato, tra alti e bassi, in realtà e col senno di poi,
piu’ bassi che alti. L’ho difeso strenuamente. Sono stato sempre convinto e lo
sono tutt’ora che sia stato e sia un perseguitato dalla giustizia.
Non sto qui a ricordare vent’anni
di berlusconismo, ma dopo vent’anni è giusto chiedersi se vale ancora la pena
votarlo. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Di sogni infranti
anche. Di quella rivoluzione politico-istituzionale promessa, sono rimaste solo
macerie. Vent’anni non sono serviti a rivoltare l’Italia come un calzino, cosi
come c’era stato promesso. Per carità. Il Cav ha molte ragioni. L’Italia è una
democrazia non decidente. Il governo non ha poteri, men che meno il Presidente
del Consiglio. L’attuale architettura costituzionale impedisce scelte veloci,
coraggiose, innovative, riformatrici. Con questo assetto istituzionale neanche
Mandrake riuscirebbe nel miracolo di cambiare un paese ingessato come il nostro
tra caste, corporazioni e molteplici interessi di parte. Giusto. Ma perché votarti
di nuovo? Perché ridarti fiducia per la quarta volta consecutiva? Posso mai affidare
le sorti del mio paese ad un anziano di 76 anni che tra l’altro nel tempo ne ha
combinate cosi tante che a volte anche io, suo fedelissimo ed integerrimo sostenitore,
ho provato, sia pure nascostamente, vergogna? Che cosa dovrei aspettarmi, forse
qualcosa di piu’ di quanto fatto appunto negli ultimi vent’anni? E questo
qualcosa di piu’ basterà a rivoltare l’Italia? Non credo. Per questo, sia pure
con grande imbarazzo interiore, non lo rivoterò.
Berlusconi avrebbe dovuto
guadagnarsi una gloriosa uscita di scena. Era naturale che decidesse di
mettersi finalmente da parte. Il suo tempo era ed è finito. Ogni cosa ha un
inizio ma anche una fine. Avrebbe dovuto accompagnare il suo partito nella fase
della piena maturità. Avrebbe dovuto favorire una grande coalizione tra tutte
le forze moderate del centrodestra e battere cosi, ancora una volta, la
sinistra. Aveva un uomo su cui puntare. Un algido signore, un tecnocrate che
aveva salvato l’Italia dal baratro e che gli era stato consigliato anche da
tutti gli alleati politici europei: Mario Monti. Un centrodestra cosi l’avrei
votato. Altro che indecisione. Ed invece le cose sono andate come tutti
sappiamo ed oggi io sono indeciso ma soprattutto deluso.
Non voterò Monti. Non mi piace lo
spazio di nicchia politica in cui si è ficcato. Non mi piace questo parlarsi
con Bersani, questo tendere cioè a sinistra. Vendola ha ragione: come potranno
mai conciliarsi le istanze socialdemocratiche della sinistra con quelle liberali
di Scelta Civica? Che tipo di accordo o di governo potrà mai nascere tra forze
che su economia, socialità, diritti, pensioni, politica internazionale, Europa,
sono distanti mille anni luce, attestati cioè su poli diametralmente opposti?
Mistero.
Grillo? Per carità di patria. Un
buffone al governo. Solo in Italia poteva accadere tutto questo. Fratelli d’Italia?
Uno spot, malriuscito, di campagna elettorale. La Destra di Storace? Non mi
appartiene culturalmente. La Lega? Fossi nato a Conegliano Veneto forse l’avrei
votata.Che mi resta, dunque?
L’astensione appunto. Buon voto a tutti.
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