giovedì, febbraio 14, 2013

Declino Italia

Prima l'Ilva. Poi l'Eni. Adesso Finmeccanica. I colossi dell'industria manifatturiera italiana nel mirino della magistratura. Per scandali, inquinamenti, tangenti. Con un evidente quanto amaro risultato: l'immagine dell'Italia nel mondo continua ad andare sempre più a ramengo.
Pare che nel Bel Paese nulla e nessuno sembra essere piu' immune rispetto ad un inesorabile declino. La vicenda del Monte dei Paschi di Siena è ancora sotto gli occhi di tutti, mentre non si fa neanche in tempo ad archiviare uno scandolo politico che subito, come funghi dopo la pioggia, ne spuntano altri ancora in un replicante deja vu dove cambiano i protagonisti ma il copione rimane sempre identico a se stesso. E intanto un giullare catalizza lo scontento popolare, riempie le piazze e tra qualche settimana pure le urne. Da fuori ci guardano sbigottiti. Ve li immaginate quattro-cinque milioni di inglesi che al prossimo rinnovo del Parlamento brittanico votano per Mr. Bean? Ecco, potete solo immaginarveli. Qui da noi invece la realtà supera l'immaginazione. Grillo non è un fantaeroe, è in carne ed ossa, è vivo e vegeto e si permette pure il lusso di snobbare la tv, tanta e tale è la sua forza in termini di consenso.
Solo in Italia possono succedere certe cose. Si, ma perchè? E' forse questa la nostra essenza piu' intima, quella cioè di farci del male da soli? Aristotele a differenza del suo maestro Platone diceva che il divenire e il cambiamento tendono al miglioramento. Mi sa che noi italiani siamo in essenza platoniani. Piu' andiamo avanti, piu' ci deterioriamo rispetto all'idea originale che avevamo di noi stessi. Almeno è questo il trend degli ultimi 30 anni.
Che siamo in una fase di declino lo dimostrano mille altri dettagli. Prendete per esempio il calcio. Una volta i campioni venivano da noi. Oggi scappano e si rifuggono altrove. Non ci sono piu' soldi. Un mantra che aleggia greve dappertutto e non solo nel mondo della pedata. Non ci sono piu' soldi nei comuni, nelle province e nelle regioni. Tutti indebitati. Non ci sono soldi nelle aziende e manco nelle banche. In compenso però, c'è molta spazzatura in giro, segno che noi italiani nonostante la crisi ancora riusciamo quantomeno a mangiare.
Poi per caso o per routine quotidiana uno si trova nella metropolitana di Roma e intuisce che il declino assume anche connotati estetici. Stazioni vecchie e putride, che spesso puzzano anche di piscio umano come nel caso della Stazioni Termini che evidentemente immigrati e barboni utilizzano  come cesso a cielo aperto. Rispetto a Mosca siamo distanti mille anni luce. Andate su google-immagine e ve ne renderete conto. Lì le stazioni delle metropolitana sembrano autentici musei. E le altri capitali? Parigi e Londra, senza dimenticare Madrid?Il declino italico passa anche da questi piccoli dettagli estetici.
Ora si è dimesso pure il Papa.
Tra dieci giorni si vota. Che Dio "ce li mandi buoni". Ne abbiamo proprio bisogno.

Nessun commento: