venerdì, settembre 12, 2008

Non offendere la memoria dei padri


Una foto d'epoca. Tre giornalisti. E che giornalisti. Sono i pionieri delle trasmissioni radiotelevisive italiane, quando la Rai si chiamava ancora Eiar e quando in Italia si era ancora in pieno regime fascista.

Direte: e allora? Un attimo, please. Facciamo adesso un bel salto in avanti. Cinquant'anni dopo, settembre 2008, Gianni Alemanno sindaco di Roma è a Gerusalemme in visita al museo dell'olocausto. Alla domanda di un giornalista se il fascismo fu il male assoluto, il primo cittadino capitolino risponde: "Le leggi razziali furono il male assoluto, il fascismo invece è stato un fenomeno ancora più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle in questo modo".

Apriti cielo. Mentre la comunità ebraica italiana chiede semplicemente spiegazioni su questa dichiarazione, la sinistra invece insorge letteralmente. Alemanno viene crocifisso mediaticamente. Valter Veltroni, ledear del Pd, addirittura si dimette dal comitato per il museo capitolino della shoah in fortissima polemica con il suo successore al Campidoglio.

Ritorniamo alla foto. Il primo a sinistra sapete chi è? E' Vittorio Veltroni...si proprio lui il padre di "Vuolter" l'americano, bravo ed apprezzato giornalista Rai dell'epoca, morto quando suo figlio aveva appena un anno.

Oggi su Libero, Marcello Veneziani, a conclusione di un suo articolo, scrive: "Vogliamo poi dire che quando si distingue l'Italia fascista fino al '38 dalle leggi razziali e dalla guerra, si salva anche la memoria e il rispetto di larga parte dell'Italia e non si difende solo un orticello di nostalgici. Si difende la memoria e il rispetto di tanti che poi sono diventanti antifascisti. Si difende anche, caro Veltroni, la memoria di tuo padre, Vittorio Veltroni, che ancora nel '38 faceva radiocronache entusiaste per l'Eiar, la radio del regime, della visita a Roma di Hitler, dico Hitler con Mussolini...E vieni fuori con queste sparate, queste dimissioni simboliche per non contaminarti con i neo-fascisti, sperando di mettere in difficoltà Amato? Ma via, rispetta almeno tuo padre e la sua buona fede...".

Ho trovato su internet proprio quella radiocronaca a questo indirizzo: http://cronologia.leonardo.it/storia/a1938.htm.

Che Veltroni l'ascoltasse, riflettesse e riconciliandosi con la buona memoria del padre, comprendesse finalmente che anche lui fa ormai parte del passato, che la sua esperienza politica è quasi al capolinea e che a scavargli la fossa non è Gianni Alemanno con i suoi ex camerati missini, bensì Massimo D'Alema con i suoi ex compagni comunisti. Amen!!!

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