mercoledì, settembre 17, 2008

La Cina avvelena anche i suoi figli


Ci risiamo. La Cina si rivela essere sempre più un'immensa fabbrica di veleni. Questa volta è toccato al latte in polvere. Più di tremila bambini cinesi sono finiti in ospedale e purtroppo alcuni sono anche morti. Non si esclude la possibilità di altri decessi e di una contaminazione ancora più diffusa rispetto a quella emersa fin qui. Conoscendo i metodi governativi cinesi, è probabile che eventuali dati aggiuntivi saranno rigorosamente tenuti segreti.

L'avvelenamento è stato causato dalla melamina, una sostanza altamente tossica che i produttori utilizzavano per far sembrare il latte ancora più ricco di proteine. La stessa sostanza era stata rinvenuta lo scorso anno negli Stati Uniti in cibi per cani e gatti, ovviamente importati dalla Cina. Molti animali ci rimisero la pelle.

All'ombra della Grande Muraglia se sopravvivi al latte in polvere, finisci poi per essere polverizzato nelle fabbriche. L'economia in quel Paese, infatti, marcia a ritmi da capogiro anche grazie ad un mostruoso, ancorché colossale sfruttamento di bambini. Insomma, da quelle parti la tenerà età non è poi così tenera. Del resto, nascere con gli occhi a mandorla è già di per sé un'autentica fortuna. Il Dragone, infatti, non vuole più figli. Ogni coppia di cinesi ne può avere al massimo uno.

Marx aveva ragione. L'industrializzazione selvaggia è una bestia che azzanna e divora i più deboli. Ma non aveva immaginato che ci poteva essere qualcosa di più orrendo e raccapricciante: l'unione innaturale, perversa, oserei dire anche incestuosa, tra capitalismo e comunismo.

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