lunedì, ottobre 27, 2008

Pinocchio Veltroni e l'inadeguatezza della sua leadership


Il balletto dei numeri. Due milioni e mezzo per gli organizzatori, appena duecentomila per le forze dell'Ordine. Ancora oggi, a distanza di due giorni dalla manifestazione del Pd a Roma, non si capisce bene quante siano state le persone affluite sabato pomeriggio al Circo Massimo. Ma il sospetto che siano state molte, ma molte di meno di quelle annunciate troppo entusiasticamente da Valter Veltroni, è davvero grande.

Se è vero, infatti, che ogni metro quadrato di superficie può contenere non più di 4 persone e se è altrettanto vero che l'area del Circo Massimo è di 140.000 mq, allora il conto è presto fatto: nella migliore delle ipotesi al raduno del Pd hanno partecipato circa 560.000 persone. Da qui non si scappa.

Pinocchio Veltroni ieri si è risvegliato con il naso più lungo.

Mi chiedo come si fa a mentire così spudoratamente sapendo benissimo di poter essere subito smentito, non dal nemico Berlusconi, bensì dalle leggi della fisica. Mah...

Tuttavia voglio essere scemo e quindi voglio bermi tranquillamente le bugie del leader del Pd. Cosa cambia? Voglio dire: quale messaggio si è voluto lanciare agli italiani evidenziando la grandezza di quei numeri? Che forse il Governo di centrodestra non gode più della fiducia della maggioranza del Paese? Ricordo che alle primarie "farsa" dello scorso anno parteciparano in tre milioni e mezzo. Poi, però, alle elezioni le cose andarono come andarono: il Pdl vinse, anzi stravinse.

Insomma, non è rimpiendo le piazze che si diventa maggioranza di governo.

La realtà è che Veltroni ste cose le sa bene e il suo intendimento non è stato misurare il grado di fiducia degli italiani nei confronti di Berlusconi, bensì quello del Pd nei suoi. E qui sta il punto: l'aver voluto enfatizzare l'evento di sabato scorso ogni oltre verosimile misura numerica sconfinando di fatto nella menzogna clamorosa, ovvero nella bugia tipicamente puerile poiché solo i bambini si inventano storie così talmente incredibili, ha prodotto un solo effetto: aggiungere ulteriori argomenti alla inadeguatezza della sua leadership.

Insomma, la festa è davvero finita e Dalema, sornione, se la ride sotto i baffi.

2 commenti:

Federico Minniti ha detto...

Veltroni fino ad oggi aveva cercato di differenziarsi dai suoi precedessori e dall'antiberlusconismo.

Ma con quel modus operandi appariva un clerico rosso, troppo banale per essere vero. Oggi ritorna a contare chi è contro il Berlusca, dimenticandosi di fare la conta di chi è con lui, ancora.

Vittime strumentali della Di Pietro - mania.

Giuseppe Careri ha detto...

Anche io, caro Federico, avevo creduto nel buon Valter e nel suo progetto di una sinistra "finalmente" normale. Ma lasciare a casa la sinistra radicale, perdere le elezioni e gestire un partito ancora "in nuce" per proiettarlo verso un futuro certamente più radioso, presupponeva tanta schiena dritta. E il caro Vuolter non ce l'ha avuta. Alle prime intemperie ha, infatti, cambiato letteralmente rotta rivelandosi pertanto poco credibile innanzitutto agli occhi dei suoi stessi compagni, che, vedrai, presto, molto presto lo riduranno in polpette.
Il ritorno all'antiberlusconismo più becero ha quindi un solo significato: affossare quella normalizzazione della scena politica nazionale di cui Vuolter avrebbe voluto essere l'alfiere.
In ogni caso, tutta questa vicenda dimostra che in politica la leadership di un partito non può essere assegnata a tavolino (cosa accaduta a Vuolter con la farsa delle primarie), ma va conquistata sul campo (Dalema docet)!!!