giovedì, ottobre 12, 2017

Legge elettorale, io preferisco il Cacatellum

E il Mattarellum non andava bene. E il Porcellum men che meno. Non ne parliamo dell'Italicum, figuriamoci del prossimo Rosatellum. Insomma, cari politici, fatela come volete questa legge elettorale, in ogni caso la sbaglierete comunque. Statene certi. Maggioritaria o proporzionale, con i listini bloccati o con le preferenze, con l'elezione diretta o con il doppio turno, ci sarà sempre qualcuno che la contesterà, che griderà al golpe e che agiterà lo spettro di una nuova marcia su Roma per affossarla. In Italia funziona cosi. E se in passato il rischio rispetto al quale venivamo messi in guardia  era quello di ritrovarsi a Palazzo Chigi un nuovo Duce, oggi invece è quello di beccarsene addirittura due al prezzo di uno: Silvio e Matteo, il vecchio e il giovane, il Sultano di Arcore e il pifferaio magico di Rignano, padre e figlio putativo, fatti ad immagine e somiglianza, uno lo specchio dell'altro, uniti nel nome del Rosatellum in un abbraccio amoroso quanto inciucioso che preluderebbe al futuro governo delle larghe intese. Non sia mai. Vada retro Saragat, direbbe Totò.  "Allarme, son fascisti" titolerebbe Travaglio confermando una sua personale tendenza alla battuta umoristica degna del grande principe De Curtis.
La verità è che in Italia le leggi elettorali sono come la pelle di certi attributi. Ognuno le tira verso dove piu' gli conviene. Non a caso siamo l'unico paese moderno, occidentale, democratico, liberale e industrializzato dove le leggi elettorali cambiano alla stessa velocità con cui noi cambiamo canale quando in tv c'è Fabio Fazio o Fazio Fabio per dirla alla Albanese. Non siamo un paese serio, neanche nelle denunce, nella critica. Tendiamo sempre ad esagerare, anzi ad esasperare, molto, troppo, eccessivamente. Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Non riusciamo a metterci d'accordo su nulla, non riusciamo a riformare nulla e alla fine siamo in grado di partorire solo "cagate" gigantesche che alla successiva legislatura verranno  sostituite da altre "cagate" gigantesche, i cui nomi finiscono sempre per "ellum".
Ecco, vi sembrerà una battuta, poco edulcorata, decisamente fuori luogo, ma proprio la naturale quanto nobile attività defecatoria potrebbe fare al caso nostro. Stamattina ho avuto un'intuizione grazie ad un gruppo su whattsapp dove tra amici sparsi ai quattro angoli del mondo ci scambiamo non solo opinioni calcistiche, politiche, informazioni su gossip locali, selfie, video e foto di donne nude, ma anche notizie circa la consistenza del frutto delle nostre rispettive attività defecatorie. Accade ogni mattina all'alba. C'è quello che si lamenta per il tappo,  l'altro che ci svela invece un'attività espulsiva molliccia, infine c'è sempre chi riesce a farla meglio degli altri, autentiche opere d'arte, dice. Discussioni e confronti di altissimo profilo, roba da accademici del pensiero profondo, seduti sul nostro trono mattutino siamo molto piu' seri degli pseudo statisti che ci governano. 
Da qui, l'idea geniale che ci risolverebbe molti problemi, soprattutto quello di capire il funzionamento dei nostri sistemi di voto, guarda caso, sempre complessi e complicati: anziché lambiccarsi il cervello per produrre "cagate" di leggi elettorali che non riescono mai a mettere d'accodo nessuno e che presto saranno soppiantate da "cagate" altrettanto gigantesche, i nostri politici non potrebbero eliminare il voto e decidere chi dovrà governare proprio sulla base delle loro defecazioni mattutine? Tanto sempre di cagate si tratterebbe. Andrà a Palazzo Chigi chi la farà piu' grossa degli altri, cosi Travaglio e Zagrebelsky finalmente la smetterebbero di gridare al golpe, al fascismo, all'attentato contro la Costituzione. Tra l'altro non dovremmo neanche scervellarci piu' di tanto per individuare il nome da dare a questo sistema psuedo elettorale. Sarebbe naturale definirlo "Cacatellum".

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