mercoledì, ottobre 11, 2017

Dal pesce alla patata,ormai si celebra di tutto.

"Per stasera ho voglia di pesce". Solo a dirlo mi era salita l'acquolina in bocca pregustando già la saporosità di una luccicante orata cotta al forno, di un pugno di fresche alici marinate e di un trancio di salmone abbrustolito ai ferri. Ma ecco subito, di getto, la battuta beffarda del mio interlocutore, anzi della mia interlocutrice, una collega. "Ah, si, hai voglia di pesce? Bene, hai scelto il giorno giusto per dichiararti".
Eh già, io non ne sapevo niente, ma oggi si celebra il Coming Out Day, il giorno dell'orgoglio gay, quello in cui puoi venire allo scoperto, liberarti del peso di aver nascosto per tutta la vita la tua omosessualità. Oggi lo puoi gridare ai quattro venti, diffonderlo urbi et orbi, dichiararlo spudoratamente ai tuoi cari, ai tuoi amici, fin'anche a tua moglie se ne hai una o a tuo marito se sei lesbica. Nessuno in teoria ti giudicherà, cascate di solidarietà invece ti cadranno addosso, l'umana comprensione avvolgerà il tuo essere e tu non ti sentirai piu' da solo rinchiuso dentro il tuo segreto per tenerti al riparo da pregiudizi e razzismi vari. O almeno si spera che sia cosi. Uscire allo scoperto fa bene alla salute, alla psiche, aiuta il movimento omosessuale ad essere piu' forte nel rivendicare con maggiore vigore i propri diritti.
Ed allora, apritevi, Cribbio. Dichiaratevi. Si, dico proprio a voi. Cosa? Io? No, per carità, non fraintendete. Personalmente non ho nulla da dichiarare o pesi di cui liberarmi poichè, sessualmente metaforizzando, l'alimento che continuo a preferire è ancora di gran lunga quello di sempre, sempre lo stesso, ovvero la patata, meglio se croccante, lessa mi piace un pò meno, anche se a digiuno non vi nascondo che va bene pure quella.
Nulla contro l'omosessualità, ho un paio di amici, uomini, gay, qualcuno fraterno, solo che ognuno ha i propri gusti ed io ho i miei. A ciascuno la propria dieta.  A chi piace il pesce vada il pesce, a chi la patata vada la patata. E vissero tutti felici e contenti.
Il punto è che mi hanno indotto a non sopportare le celebrazioni. Ne siamo invasi. Se ne inventano una al di. Non c'è giorno infatti che passi che non si celebri qualcosa. Praticamente celebriamo tutto l'anno. Il continuo proliferare di queste ricorrenze produce una conseguenza: ne inflaziona il senso rendendone meno autorevoli i messaggi sebbene originariamente importanti. E' come se fosse una moda celebrare qualcosa tutti i giorni e come tutte le mode alla fine anche questa stanca.
Addirittura ci sono giorni con celebrazioni doppie. Come oggi, per esempio, dove al Coming Out Day si aggiunge la Giornata Internazionale delle bambine, quando solo appena l'altro ieri abbiamo celebrato quella dei nonni. Ma qui, per amor di Dio, il discorso si fa un pò piu'  serio poichè leggo che nel mondo ogni anno 44 milioni di ragazzine subiscono violenze o mutilazioni fisiche. Numeri spaventosi. Avendo una figlia di 12 anni mi vengono i brividi solo a pensarlo, quantunque, ne sono certo, mi sarebbero venuti anche se non fossi stato padre. Ricorrenza importante, dunque, rievocazione sacrosanta, iniziative lodevoli, momenti di riflessione collettiva da sostenere e incoraggiare.
Ma, Dio Santo, in questo contesto Facebook cosa ti fa? Triplica. Si, triplica, istituendo, sua sponte, la celebrazione del futuro delle bambine e della leadership femminile che verrà (sic!).
Ma tant'è. Fortunatamente domani riposeremo. Nessuna celebrazione in vista. Almeno per noi italiani. Per gli Spagnoli invece il 12 ottobre ricorre la Festa Nazionale. Ma ho seri dubbi che domani in Catalogna avranno voglia di festeggiare.

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