venerdì, settembre 15, 2017

Breve elogio del "venerdì del villaggio "

Che bello, è venerdì. Ancora piu' bello è sapere che è venerdi pomeriggio, che siamo già oltre l'orario di lavoro, che mi ritrovo fuori dall'ufficio, già sulla metro di ritorno a casa, cosciente del fatto che domani mattina la sveglia non suonerà e che stanotte potrò tirare fino a tardi a leggere, scrivere, a fare zapping in tv tra un canale e l'altro, riuscendo finalmente a vedere fino alla fine un film o uno di quei documentari,  su Rai Storia (canale 54) o su Focus (canale 56), che tanto mi affascinano ma che il sonno, e soprattutto il desiderio di non violentarlo, ogni sera mi impediscono di godere fino all'ultimo videogramma.
Stanotte, a differenza delle altre notti, non dovrò assecondare le palpebre che lentamente si abbassano mentre le mie orecchie continuano a seguire il programma in onda con quelle voci narranti che da nitide, pian piano, diventano un brusio indistinto, una sorta di nenia che dolcemente mi accompagna fino a collassare completamente tra le braccia di Orfeo. No, non dovrò svegliarmi dopo qualche ora nel cuore della notte, con il collo indolenzito, il braccio addormentato, la schiena a pezzi, spegnere la tv e andarmene a letto abbandonando il divano. No, oggi è venerdì, tutto ciò non accadrà, perchè domani è sabato e al solo pensiero il mio cervello produrrà cosi tanta di quella adrenalina che per addormentarmi ci vorrebbe una dose di sonnifero simile a quella utilizzata per stordire un elefante. 
Nel frattempo che vergo questi scarni e banali pensieri mi guardo attorno ed ho come l'impressione che questo sentimento adrenalinico sia diffuso, comune, cioè appartenga non solo a me ma un pò a tutti coloro che mi stanno accanto o di fronte. Non vedo infatti le solite facce stanche, depresse,  di pendolari rattristiti. No, è come se tutti avessero questa leggerezza del venerdì stampata sul viso. Ed allora succede che proprio in questo momento la signora sedutami vicino parli al cellulare con l'amica per darsi appuntamento, con le rispettive famiglie, in quel ristorante, "ma mi raccomando, prenota adesso, perchè il venerdì sera escono tutti e come sempre in quel posto si rischia il pienone". Ciao, abbracci, a dopo, ecco un sorriso a 54 denti. 
Ma dai, non c'è dubbio: la sera del venerdì è senza dubbio la piu' bella della settimana.
Ora non vorrei scomodare Leopardi e il suo Sabato del Villaggio per sottolineare come l'attesa della festa scateni gioia e felicità. No, non paragono la signora di cui sopra alla "donzelletta che vien dalla campagna in sul calar del sole:". Per carità. Ma mi limito soltanto a fare notare che rispetto all'Ottocento in cui visse il celebre poeta di Recanati, qui, oggi, nel 2017, a Roma, metropoli, è già festa il Venerdì. Buon week end a tutti.    


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