lunedì, febbraio 19, 2018

Mi cibo di editoriali




Amo la lettura dei quotidiani. Specie degli editoriali, quegli articoli in cui, direttori, firme illustri e studiosi ci raccontano dal loro punto di vista fatti e avvenimenti legati essenzialmente alla politica, ma non solo a quella. Non si tratta di articoli di cronaca dove il  racconto dei fatti ha la prevalenza, ma di vere e proprie opinioni che chi scrive ha maturato su quei fatti. Rappresentano una chiave di lettura della realtà quotidiana che ci circonda. E’ un modo diverso di fare giornalismo. E’ lo strumento con cui i giornali provano ad aiutarci a comprendere meglio quanto ci accade intorno. Sono approfondimenti o spunti che alimentano la riflessione.


Sono la mia linfa vitale, gli editoriali. Ossigeno per la mia mente. Ne divoro a josa tutti i giorni. Non so dirvi quanti ne leggo, non so darvi un numero preciso. Questo infatti varia giornalmente. Ma sono decine e li leggo tutti, almeno quelli dei principali quotidiani nazionali. Da Repubblica al Corriere, dal Sole 24 ore al Messaggero, dalla Stampa a Libero, dal Fatto Quotidiano al Foglio. E durante il fine settimana si aggiungono pure i settimanali.


Per lavoro ho il privilegio di accedere ad un servizio informatico di rassegna stampa. Sicchè tutte le mattine all’alba, prima di recarmi in ufficio, tra il caffè della moka e la prima sigaretta, ma poi anche durante l’attesa dell’autobus e il viaggio in metro, mi inebrio con  la lettura degli editoriali. Se non ce la faccio a leggerli tutti, completerò la lunga lista la sera prima di cascare, esausto, tra le braccia di Morfeo.


Insomma, non mi faccio mancare proprio nulla ma allo stesso tempo provo a non farmi incantare da nessuno. Ogni giornale ha la sua linea. Ogni giornalista o studioso ha il proprio pensiero, diverso dagli altri. Ascolto tutte le campane. Ho questo vizio o questo pregio, fate voi. Ascolto quelle che si sforzano a mantenere una parvenza di terzietà, ovvero una giusta equidistanza nella contesa. Ma pure quelle invece schierate tout court con una parte politica in causa e ne sostengono apertamente le tesi argomentandole in profondità. Infine quelle campane sempre e comunque contrarie a chiunque a prescindere, cosi per partito preso, o meglio per scelta editoriale.


Sono ormai oltre 20 anni che mi cibo di editoriali quotidianamente e sono arrivato al punto di saper individuare l’autore di un pezzo anche senza averne letto la firma. Ciascuno ha il proprio stile e la propria prosa inconfondibili, oltre a contenuti sempre identici quantunque riproposti con parole diverse.


Alla fine provo a tirare le somme cercando di farmi una mia idea ben precisa, partendo sempre dai fatti ma tenendo bene in mente anche le opinioni altrui.


Lo farò anche questa volta in occasione di queste “incasinatissime” elezioni politiche del 4 marzo sulle quali sto leggendo veramente di tutto e di piu’.


Ad oggi, cioè a quindi giorni dal voto, questa mia personalissima idea non l’ho ancora maturata nonostante chilometri di letture. Sono tra gli indecisi. Mi consolo pensando che sono in numerosa e abbondante compagnia.

Tuttavia pensando ad una mia possibile futura scelta elettorale, come da sempre proverò a farmi guidare dalla locuzione latina  “in medio start virtus”.


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