venerdì, febbraio 16, 2018

C'erano una volta i manifesti elettorali

Ricordate? Un tempo i muri delle città ne erano pieni. Non solo negli spazi dedicati, quelli previsti per legge, quelli che ogni comune metteva a disposizione di partiti e candidati. Ma un pò ovunque, sotto i cavalcavia, agli ingressi dei paesi, al centro cosi come in periferia
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C'erano una volta i manifesti elettorali, anche e soprattutto quelli abusivi, spesso accompagnati da scritte altrettanto abusive realizzate con la vernice e il pennello o con la bomboletta spray. Oggi non ci sono piu'. Ci avete fatto caso? Io si. Giro per Roma e non ne trovo. Neanche a Bagnara ne ho visti lo scorso fine settimana. Credo che il fenomeno interessi tutto il paese.

Evidentemente sono passati di moda. Di certo c'è che in quest'era iperdigitalizzata non sono piu' considerati uno strumento efficace di propaganda elettorale. Si preferiscono altri strumenti, meno costosi ma soprattutto piu' in grado di raggiungere un numero decisamente piu' alto di elettori.

Oggi i muri tappezzati, quelli reali, infatti sono stati sostituiti dalla rete, in particolare dalla pagina Facebook sponsorizzata, quella cioè a pagamento, che porta partiti e candidati fin dentro casa nostra, nei nostri pc e nei nostri smartphone e che ti consente con una modica spesa di pubblicare video, interviste, comizi, di tutto e di piu' alla portata di un semplice click.

Eppure, i manifesti avevano il loro fascino, creavano tutta un'altra atmosfera, erano piu' caldi, li sentivi quasi respirare, avevano un'anima, trasmettevano sensazioni, a differenza dei pixel della rete che spesso creano estraneità, distanza, freddezza. 

I manifesti tra l'altro coinvolgevano di piu', creavano partecipazione, adesione. Oggi per gestire una pagina Facebook basta anche una sola persona dietro una tastiera, nel chiuso di una stanza, lontana dal mondo reale, magari anche pagata. Anzi, senza magari

Attaccare i manifesti invece presupponeva un'organizzazione un po' piu' complessa e lo si faceva gratuitamente.  Occorreva organizzare una squadra (solitamente di tre/quattro persone), trovare un mezzo di trasporto, agire nella realtà scapicollandosi da un capo all'altro della città.

La preparazione della colla, poi, era fondamentale. Bisognava azzeccare la miscela giusta, altrimenti i manifesti non aderivano bene e potevano essere facilmente staccati dagli attacchini avversari con cui spesso ci si incrociava e a volte erano anche mazzate.

Altri tempi, altri valori, altri ideali a cui credere.

Fare l'attacchino era il primo passo per i giovani che intendevano avvicinarsi alla politica. Rientrava nel decalogo del buon militante di sezione.

E già, le sezioni. Sono scomparse pure quelle, non solo i manifesti. Ma questo è un altro discorso. O forse entrambe le cose sono strettamente connesse. Chissà. 

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