venerdì, giugno 19, 2020

Bagnara Bene Comune non c'è piu'

Magari a fine luglio il bilancio sarà approvato comunque. Posso pure azzardarne i numeri: 7 a 5.  I dissidenti alla fine si asterranno, non voteranno contro e la consiliatura sarà salva. . Ne sono certo. 

Tuttavia una cosa è già certa sebbene a Palazzo San Nicola ci si ostina testardamente ancora a negarla: la maggioranza non c'è piu' o meglio non ci sarà piu' e la prossima seduta del Consiglio Comunale lo certificherà in maniera aritmetica.

I conti ormai li conosciamo tutti. Rocco Dominici e Concetta Zoccali ne sono fuori ufficialmente.  Franco Maiorana e Michelangelo Spoleti ancora solo ufficiosamente. Aspettano l'occasione per dichiararsi. Basterebbero già questi quattro nomi per fare pendere la bilancia dalla parte opposta. Ma bisognerebbe aggiungere anche Rosa Ianni la quale, già politicamente scomparsa da mesi semmai sia apparsa sulla scena locale in questi tre anni, pare che per motivi di lavoro non sarà presente alla fatidica riunione per l'approvazione del bilancio. Risultato: Bagnare Bene Comune 6 consiglieri piu' il Sindaco, resto del Consiglio Comunale 10. Minoranza assoluta. Schiacciante, tanto per usare un aggettivo che sa di ossimoro.

In un paese normale questo avrebbe già prodotto delle conseguenze. Ma poichè Bagnara tutto è fuorchè appunto un paese normale, nel bene e nel male, ecco che tutto tace, silenzio tombale, si va avanti comunque, arroccati dentro il Palazzo ma scollegati dal resto della comunità. Anche da quella virtuale dove a trovare un sostenitore di Frosina e compagni, al netto di amici, familiari e "accompagnatori" a titolo gratuito è impresa davvero ma davvero ardua.

Insomma, a distanza di tre anni dalla trionfale vittoria elettorale Bagnara Bene Comune non c'è piu'. Ne è rimasta solo una sbiadita ancorchè striminzita copia. Per strada si sono perse circa 1500 preferenze sulle oltre tremila ottenute. Ma al di là dei numeri, si è persa sopratutto l'anima identitaria, quella civica di una coalizione che vedeva proprio in Dominici, Zoccali, Spoleti e Maiorana gli indipendenti di maggior peso e spessore. Oggi è rimasto il traino Pd (Sindaco, Maceri, Oliverio, Ruggiero) con Angela Randazzo e Tina Maceri in posizione neutra e Mario Romeo a rappresentare l'anima di centrodestra dell'ormai fu coalizione  nata solo e soltanto per ricercare il bene comune dopo gli anni bui dello scioglimento per condizionamento mafioso, del lungo  commissariamento e del dissesto di bilancio.

E' inutile soffermarsi sulle cause che hanno prodotto questo autentico fallimento politico. Occorrerebbe solo prenderne atto e decidere il da farsi. Mancano ancora due anni alla fine della legislatura e sarebbe davvero un peccato mollare proprio adesso nel momento in cui cominciano ad intravedersi i primi timidi bagliori di luce in fondo al tunnel. A cominciare dalla spazzatura finendo ai lavori pubblici, fermi ormai da quasi un decennio e pronti a ripartire grazie ad una serie di progetti già finanziati e in dirittura d'arrivo. Per non parlare poi dei prossimi concorsi che dovranno essere banditi al fine di rimpinguare una pianta organica ridottasi sia numericamente che qualitativamente a causa dei molti pensionamenti registrati in questi ultimi anni.

Ma la domanda è: come si potrà andare avanti in queste condizioni politiche? Su quali forze puntare? Potrà il Sindaco resistere contando solo su sei consiglieri di maggioranza e con il resto del Civico Consesso contro?  Se la sentirà? Si sentirà al sicuro dentro la blindatura che soprattutto il trio Maceri/Romeo/Oliviero gli garantirà?

Certo, uno scossone non sarebbe male. Un rimpasto, tanto evocato da piu' parti, potrebbe consentire di leccarsi le ferite oggi sanguinanti, di recuperare buona parte dei dissidenti e di rilanciare con un rinnovato entusiasmo una nuova fase, quella che dovrà portare alla dirittura d'arrivo che coincide con la scadenza della consiliatura tra due anni allorquando dovranno essere tirate le somme definitive e dire: questo era il paese che abbiamo trovato, questo è il paese che vi stiamo lasciando.

Ma la vedo difficile. Gregorio Frosina non è uomo da scelte forti ed ho come l'impressione che subisca i diktat interni alla Giunta. Cosa gli costerebbe sacrificare in nome del Bene Comune un paio di assessori del suo partito (in fondo ne è il padre putativo e mi riferisco in particolare a Maceri e Oliverio) per far spazio ad altri? Cosa gli costerebbe per esempio optare per uno scambio di poltrone  in rosa tra la Randazzo e la Maceri? 

No?

Contento lui, contenti tutti. Speriamo soprattutto che alla fine di questo valzer, contenti siano sopratutto i cittadini. Ma francamente, stando cosi le cose, mi pare difficile.






Nessun commento: