martedì, aprile 17, 2012

Forse non aveva torto

Il Corano presto invaderà la Germania. Trentamilioni di copie della Bibbia islamica saranno infatti distribuite gratuitamente nei prossimi giorni nelle principali città teutoniche. L'iniziativa è di un facoltoso uomo d'affari palestinese trapiantato ormai da decenni in riva al Reno. Il suo obiettivo è quello di diffondere urbi et orbi il credo di Maometto con la speranza di riuscire a convertire quanti piu' infedeli sarà possibile.
Per carità. Nulla da eccepire. La libertà di fede è uno dei cardini della democrazia liberale e il proselitismo religioso è tanto lecito quanto lo è il semplice credere nel Dio che si vuole. Ognuno si sceglie il suo, anche se l'aggressività del proselitismo islamico è ben conosciuta quanto gli effetti estremi che esso genera.
Tutto giusto, tutto apparentemente normale quindi. Se non fosse per il semplice fatto che questa iniziativa ricade proprio in Germania, ovvero nella nazione che ospita la piu' grossa comunità musulmana europea e la cui costante e continua espansione fa registrare ogni anno numeri esponenziali. Alcuni eminenti analisti teutonici hanno studiato questo fenomeno e secondo le loro proiezioni nel giro di alcune generazioni la lingua più parlata in quel paese sarà appunto l'arabo e non il tedesco, si mangeranno più kebab che wrustel, in giro ci saranno piu' veli che minigonne, mentre nel Bundestad il partito di maggioranza relativa sarà quello di ispirazione islamica. Insomma, è molto probabile che nel prossimo secolo nella terra di Papa Benedetto XVI ci saranno piu' moschee che chiese.
Se questo è il punto, il problema dal mio punto di vista è invece un altro, ovvero l'ostinata e l'ostentata ritrosia dei musulmani di origine araba ad integrarsi nella comunità che li ospita. Per fare un esempio: i figli dei nostri emigrati negli Stati Uniti sentono si di appartenere anche alla comunità italiana, non rinnegano certo le loro origini, anzi spesso se ne fanno vanto, ma se chiedi loro di che nazionalità sono ti rispondono:"americana". Si, si sentono americani innanzitutto. Non la stessa cosa può dirsi per gli emigrati arabi in paesi stranieri. Il caso di Ozil, il campione di calcio della nazionale tedesca che non canta l'inno germanico perchè si sente più turco che tedesco (è figlio appunto di un emigrato turco, ma lui è nato e cresciuto in Germania) ne è l'esempio piu' lampante. La stessa Angela Merkel dopo decenni di accoglienza senza restrizioni ha dovuto ammettere pubblicamente il fallimento del multicuralismo praticato a Monaco e d'intorni.
Per tutti gli arabi musulmani la Sharia dettata dal Corano non è soltanto una complessa architettura di norme religiose ed etiche, ma rappresenta anche la fonte "costituzionale" da cui fare discendere il diritto positivo che gli uomini si danno per governare la comunità in cui vivono.
Vi immaginate una Germania governata dalla Sharia?
Tutto si lega, tutto s'incastra: la diffusione massiccia del Corano, la crescita sempre più esponenziale della comunità araba in Europa, cosi come i continui massacri di cristiani in terre arabe e l'impossibilità in quei luoghi di fare proselitismo religioso diverso da quello islamico.
Sarò forse esagerato, ma a me pare che l'Eurabia temuta dalla Fallaci non sia propriamente una fantasilandia.

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