giovedì, novembre 06, 2008

Vomito da Obamite



Mi viene da vomitare. Sono malato. Ma la mia è una malattia di riflesso. Sono vittima, infatti, degli effetti collaterali di una epidemia mondiale: l'Obamite. L'infezione è dilagante. Fortunamente ne sono rimasto immune. Solo che stare vicino a chi ne è infetto mi causa incredibili stravolgimenti di stomaco. Purtroppo mi è difficile sfuggire al contagio perché, ahimé, vivo nel Paese maggiormente colpito da questo virus. Che, peggio della senilità precoce o dell'Alzheimer, divora avidamente i neuroni del cervello azzerando le capacità cognitive dei malati. Praticamente, chi si ammala di Obamite rincoglionisce.


Purtroppo di casi eclatanti ne esistono già parecchi. Prendete, ad esempio, Liberazione. Ieri ha aperto con una foto a tutta pagina del 44° Presidente degli "Steiz" accompagnata dal titolo "Forza Obama". Si Liberazione, l'organo d'informazione che ancora oggi si definisce orgogliosamente comunista, pacifista per vocazione, inneggia al neo Comandante in Capo della più potente macchina da guerra mai vista sulla faccia della terra, nonché Presidente della Nazione più capitalista che ci sia. Cosa sperano quelli di Liberazione che Obama si tatui il Che sul braccio, bombardi Wall Strett, si allei con Fidel Castro, dia asilo politico al Sub Comandante Marcos, bruci in piazza la bandiera a stelle e striscie e infine abbatta la Statua della libertà sostituendola con la salma mummificata di Lenin per la gioia di Diliberto e compagni? Appunto, come volevasi dimostrare, l'Obamite rinconglionisce e rincoglionisce a tal punto che è praticamente inutile provare a spiegare loro che, in un'ottica comunista, Obama, nonostante il colore della sua pelle, è e resta americano nel senso più dispregiativo del termine!!!


E che volete che vi dica del rincoglionimento del buon Vuolter, di cui, per la verità, si erano avuti i primi evidenti sintomi già prima dell'elezione del neo presidente statunitense? Un conto è dire sto con Obama, mi riconosco nel suo progetto politico, ne condivido la visione del mondo. Altro è, invece, organizzare al Pantheon, nel cuore di Roma, una festa per la sua elezione. Che ci azzecca? Che cazzo mi festeggi? Forse Obama risolverà i problemi del nostro Paese, farà decollare l'Alitalia, riformerà la scuola, darà più soldi ai pensionati italiani, farà vincere il PD alle prossime elezioni? Non credo che il buon Vuolter sia convinto di tutto questo. Credo piuttosto che il suo sia stato uno sberleffo a Berlusconi che, invece, ci teneva tanto alla vittoria di McCain. Insomma, come quando il Milan perde la Coppa dei Campioni e gli interesti scendono in piazza per festeggiare. Rincoglioniti, appunto.

Ma c'è anche l'Obamite alla rovescia, variante altrettanto pericolosa e contagiosa del virus originale, che, come un riflesso anticonformista, colpisce anch'essa rapidamente al cervello. Predete Gasparri che ad elezione avvenuta se ne è uscito con un "Ora Bin Landen sarà contento". Si può?

Potrei continuare. L'elenco di rincoglionimenti purtroppo è lungo. Ma mi fermo qui. Per oggi ho vomitato abbastanza!!!

martedì, novembre 04, 2008

USA, un nero Presidente e la falsa vittoria dei nemici di ieri


I riflettori di tutto il Mondo stasera saranno puntati oltreoceano. Sarà stasera, infatti, che si deciderà il nuovo inquilino della Casa Bianca, il 44° Presidente degli Stati Uniti d'America. L'attesa è a dir poco spasmodica. Tutto il Pianeta è col fiato sospeso in vista del count down finale che sancirà la conclusione di una megaspettacolare campagna elettorale durata due lunghissimi anni.

Il fascino delle elezioni americane coinvolge tutti. A Roma, per esempio, sono numerosissimi gli eventi pubblici organizzati per assistere in diretta all'evento. Nei cinema, negli hotel, nelle sale consiliari delle Circoscrizioni, fin'anche nei salotti privati, i dati provenienti da Washingthon daranno il via a discussioni, analisi e commenti inarrestabilmente fluviali. Un'onda autentica, anzi una vera e propria onda anomala al cui cospetto l'Onda studentesca apparirà davvero poca cosa.

Mi sembra tutto esageratamente esagerato, anche perché, a differenza di quanto si sostiene in Italia, credo che l'elezione dell'uno quanto quella dell'altro cambierà di appena uno zero virgola la posizione degli Stati Uniti d'America nel mondo. Barack o John, le differenze saranno, infatti, minime, specie in politica estera dove, a dispetto delle apparenti divisioni di parte, l'interesse nazionale continuerà ad essere preminente su ogni cosa.

La verità è che tutto sto clamore ha una giustificazione ancora più profonda, inconscia se vogliamo: l'attesa è cosi spasmodica poiché per la prima volta nella storia un NERO rischia davvero di diventare Presidente non di una nazione qualsiasi, ma della più grande, potente e ricca nazione dell'Occidente. L'unicità di questa elezione, così come la morbosa curiosità con cui il Mondo intero la sta seguendo, è conseguenza di questo particolare e di nient'altro. Il fallimento delle politiche repubblicane centra poco. L'interventismo militare di Bush men che meno, così come la crisi dei mercati finanziari. Tutto dipende dalla possibilità (a sto punto molto realistica) di vedere un NERO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA.

Annientati nazismo e fascismo, battuto il comunismo, in lotta col terrorismo, alla società americana mancava soltanto l'elezione di un Presidente di origini africane per riaffermare se stessa, il proprio sogno, la propria visione del mondo. La vittoria di Barack Obama darà, dunque, ragione storica ai padri fondatori degli Usa e renderà giustizia definitiva alla scelta democatrica e capitalistica.

Tutti i nemici di ieri oggi già fanno a gara per incontrare ed abbracciare l'amico Barack. Ugo Chavez, con la benedizione di Fidel Castro, dichiara: "Quiero hablar con el negro". Ahmadinejad non dichiara, ma il suo silenzio in questo momento vale più di qualsiasi parola.

E qui in Italia, Vuolter festeggia come se la vittoria del nero fosse una sua personale vittoria e non di tutti quelli che, come me, hanno sempre creduto negli States anche quando Vuolter e compagni ci raccontavano che un mondo migliore era possibile e che quel mondo si chiamava UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE!!!
P.S. Ma poiché di elezioni si tratta e più segnatamente di elezioni americane, io aspetterei prima di cantare vittoria. Gli States, infatti, non sono nuovi a clamorose sorprese. In fondo il popolo americano sa scegliere liberamente anche a dispetto delle posizioni assunte dai poteri forti del Paese (media, multinazionali, estabilishement militare, etc..) che in questa particolare circostanza si sono tutti schierati pro Obama. La eventuale, anche se difficilissima, vittoria di McCain avrebbe pertanto un sapore ancora più bello: sarebbe un vero trionfo democratico voluto dalla gente comune contro chi conta e comanda!!!

lunedì, novembre 03, 2008

La verità secondo Repubblica


Quella scorsa è stata una settimana davvero intensa. Manifestazioni, scioperi, cortei, scontri, risse politiche, risse televisive e chi più ne ha più ne metta. Ci sarebbe stato molto da scrivere. Purtroppo, causa impegni personali, me la sono persa. Direte: e chissenefrega. Giusto.

Ma ora vorrei ritornare brevemente sugli scontri di piazza Navona per focalizzare la vostra attenzione su un dettaglio che credo sia sfuggito ai più. Si tratta della foto che accompagna questo post e che è stata pubblicata giovedì da Repubblica con la seguente didascalia: uno dei giovani di destra col bastone in mano bloccato da altri studenti. Guardate bene la foto: S T U U U U D E E E N T I ????????? A parte il fatto che, come dimostrato dai mille video in circolazione, non mi sembra proprio che lo stessero bloccando, semmai caricando. Ma indipendentemente da ciò, li avete visti bene in faccia quelli lì? Avranno non meno di 40 anni ciascuno e Repubblica li chiama studenti.

Possibile che la redazione che ha curato quella pagina non se ne sia accorta? Possibile che a nessuno dei giornalisti di Repubblica sia venuto il sospetto che a mettere in mezzo quel deficiente col bastone in mano non fossero stati altri studenti bensì uomini maturi, senz'altro esponenti dei centri sociali romani?

Ora capisco che Repubblica debba portare acqua al proprio mulino. Capisco pure l'antifascismo militante che pervade ogni meandro del giornalone capitolino. Ma non riesco proprio a capire come si fa a manipolare così spudoratamente la verità negando l'evidenza dei fatti. Anzi...lo capisco ed è per questo che non compro, né mai comprerò Repubblica. Se trattano così le foto, figuriamoci le notizie....