giovedì, marzo 01, 2018

Breve dichiarazione di "pre voto"


Forza ragazzi, le televendite stanno per finire. Ancora due giorni e diremo stop ai teleimbonitori del voto. Dalla mezzanotte di domani scatterà infatti il silenzio elettorale e i vari Vanna Marchi della politica si godranno un meritato quanto atteso riposo. Non ce li ritroveremo piu', come adesso, in tv ad ogni ora del giorno e della notte. Non ne possiamo piu’. Avremo insomma due giorni per riflettere e decidere in silenzio, noi che non l’abbiamo ancora fatto. E non siamo pochi. Anzi. Stando ai sondaggi, siamo ancora il primo partito in Italia, ragion per cui il risultato finale dipenderà soprattutto da noi.

Abbiamo vissuto questa campagna elettorale con il giusto distacco. Non ci siamo fatti incantare,  incartare nè tantomeno infinocchiare da nessuno dei pifferai magici in circolazione perché coscienti del fatto che, al netto di ricette tutte piu’ meno mirabolanti e miracolistiche ancorchè irrealizzabili,  nessuno di loro ha la bacchetta magica.

Lo sappiamo e non occorre aver conseguito un master in economia per capire che chiunque vincerà, semmai qualcuno vincerà, una volta al governo avrà comunque pochi margini di manovra rispetto ai problemi piu’ gravi di sempre: lavoro, crescita economica, sicurezza. La coperta economico-finanziaria infatti è corta. Se la tiri dalla testa, ti si scoprono i piedi. Se la tiri dai piedi, ti si scopre la testa.  Insomma, di soldi ce ne sono pochi e non bastano per tutti. Purtroppo.

Tra l’altro viviamo in un momento epocale, in cui il continente piu’ povero e piu’ grande del mondo, l’Africa, ha deciso di emigrare in massa e non è assolutamente un gioco da ragazzi arrestarne questa fuga verso l’Eldorado, mentre il resto del Pianeta, quello piu’ ricco, noi compresi, è alla ricerca di nuovi equilibri geopolitici ad oggi tutti ancora da ridisegnare con il rischio di nuovi e piu’ cruenti conflitti su vasta scala.

Non ho ancora deciso per chi votare. Si è capito. I dubbi superano di gran lunga le certezze. Ma, nonostante tutto, dovrò decidermi. E’ un dovere, lo vivo come tale, magari proverò a scegliere il minore tra i mali possibili e, come direbbe Montanelli, votando turandomi il naso. Probabilmente mi deciderò proprio all’ultimissimo momento, domenica mattina nell’approssimarmi fisicamente al seggio, sebbene, dopo aver ascoltato tutti, ma proprio tutti, un’idea di massima me la sono già fatta.

Di sicuro non voterò gli estremi, i cosiddetti antisistema poiché non auspico alcun tipo di rivoluzione ma solo concretezza e buon senso, buon governo, buona amministrazione, moderazione. E’ quello che ci occorre in un’ottica che, in ogni caso, dovrà comunque essere europeista. Non vedo alternative possibili. Temo i salti nel buio e diffido di chi li propone. Rifuggo dunque dagli estremismi e dai neo settarismi (populismi) ideologizzati.

Devo solo ragionare su pochi  altri dettagli prima di decidermi, devo cogliere alcune sfumature prima di dare a lor signori, ai prescelti, a questo o a quel candidato nel mio collegio, il mio consenso.

Voterò soprattutto pensando alla logica del Rosatellum cioè al dopo elezioni, alla difficile matassa che Mattarella da Presidente della Repubblica sarà chiamato a sbrogliare. Con il mio voto proverò (idealmente) a rendergliela meno ingarbugliata.

E alla fine, speriamo che Dio me e ce la mandi buona.

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