Forza ragazzi, le televendite
stanno per finire. Ancora due giorni e diremo stop ai teleimbonitori del voto. Dalla mezzanotte
di domani scatterà infatti il silenzio elettorale e i vari Vanna Marchi della
politica si godranno un meritato quanto atteso riposo. Non ce li ritroveremo piu', come adesso, in tv ad ogni ora del giorno e della notte. Non
ne possiamo piu’. Avremo insomma due giorni per riflettere e decidere in
silenzio, noi che non l’abbiamo ancora fatto. E non siamo pochi. Anzi. Stando
ai sondaggi, siamo ancora il primo partito in Italia, ragion per cui il risultato finale dipenderà soprattutto da noi.
Abbiamo vissuto questa campagna
elettorale con il giusto distacco. Non ci siamo fatti incantare, incartare nè tantomeno infinocchiare da
nessuno dei pifferai magici in circolazione perché coscienti del fatto che, al
netto di ricette tutte piu’ meno mirabolanti e miracolistiche ancorchè
irrealizzabili, nessuno di loro ha la
bacchetta magica.
Lo sappiamo e non occorre aver conseguito un master in
economia per capire che chiunque vincerà, semmai qualcuno vincerà, una volta al
governo avrà comunque pochi margini di manovra rispetto ai problemi piu’ gravi di
sempre: lavoro, crescita economica, sicurezza. La coperta economico-finanziaria
infatti è corta. Se la tiri dalla testa, ti si scoprono i piedi. Se la tiri dai
piedi, ti si scopre la testa. Insomma,
di soldi ce ne sono pochi e non bastano per tutti. Purtroppo.
Tra l’altro viviamo in un momento
epocale, in cui il continente piu’ povero e piu’ grande del mondo, l’Africa, ha
deciso di emigrare in massa e non è assolutamente un gioco da ragazzi
arrestarne questa fuga verso l’Eldorado, mentre il resto del Pianeta, quello
piu’ ricco, noi compresi, è alla ricerca di nuovi equilibri geopolitici ad oggi
tutti ancora da ridisegnare con il rischio di nuovi e piu’ cruenti conflitti su
vasta scala.
Non ho ancora deciso per chi
votare. Si è capito. I dubbi superano di gran lunga le certezze. Ma, nonostante
tutto, dovrò decidermi. E’ un dovere, lo vivo come tale, magari proverò a scegliere il minore tra i
mali possibili e, come direbbe Montanelli, votando turandomi il naso. Probabilmente mi deciderò proprio all’ultimissimo momento, domenica mattina
nell’approssimarmi fisicamente al seggio, sebbene, dopo aver ascoltato tutti,
ma proprio tutti, un’idea di massima me la sono già fatta.
Di sicuro non voterò gli estremi,
i cosiddetti antisistema poiché non auspico alcun tipo di rivoluzione ma solo
concretezza e buon senso, buon governo, buona amministrazione, moderazione. E’ quello che ci
occorre in un’ottica che, in ogni caso, dovrà comunque essere europeista. Non
vedo alternative possibili. Temo i salti nel buio e diffido di chi li propone. Rifuggo dunque dagli estremismi e dai neo settarismi (populismi) ideologizzati.
Devo solo ragionare su pochi altri dettagli prima di decidermi, devo cogliere alcune sfumature
prima di dare a lor signori, ai prescelti, a questo o a quel candidato nel mio
collegio, il mio consenso.
Voterò
soprattutto pensando alla logica del Rosatellum cioè al dopo elezioni, alla difficile matassa che Mattarella da Presidente della
Repubblica sarà chiamato a sbrogliare. Con il mio voto proverò (idealmente) a rendergliela meno ingarbugliata.
E alla fine, speriamo che Dio me
e ce la mandi buona.
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