Sembrerebbe un giorno normale. Ma non lo è. Almeno per i cattolici. Oggi Benedetto XVI abdicherà dal trono papale lasciando il Vaticano. Alle 20 in punto un elicottero lo preleverà da Piazza San Pietro per condurlo a Castel Gandolfo. Qui si inabisserà definitivamente, scomparendo per sempre dalla scena pubblica per dedicarsi alla lettura e alla preghiera. Ma il suo fantasma continuerà ad aleggiare tra le mura petrine, peserà come un macigno sul suo successore, seguiterà a fare discutere. Un giorno memorabile è dunque questo, un giorno che sarà scritto nei libri di storia come tutto ciò che ne conseguirà nell'immediato. Tra qualche settimana avremo un nuovo Papa, ma a quel punto sarà come ne avessimo due. Uno in attività, l'altro in pensione. Uno strano sdoppiamento per una figura che tutti noi abbiamo sempre vissuto invece come unica, indissolubile, inscindibile, sacra, beata. Ci abitueremo anche a questo, aggiorneremo i nostri pensieri e poichè da oggi in poi sono ammesse anche le dimissioni, non diremo piu' morto un Papa se ne fa un altro. Chissà chi sarà il successore, che volto avrà, che nome si attribuirà, da dove verrà, che lingua parlerà, cosa dirà subito dopo l'annuncio ieratico dell'Habemus Papam. Se sbaglierà, non v'è dubbio che lo "corrigeremo", come disse tanti anni fa il nostro amato Papa. E già, il nostro amato Papa. Benedetto XVI sarà stato pure all'altezza del proprio compito, sarà anche forse il migliore teologo vivente, sarà certamente più buono del pane, ma per me, credente ma non fervente, il Papa resta sempre quello, ha quella faccia candida con le gote rosse, quegli occhi azzurri, quell'accento polacco, quell'attaccarsi eroicamente alla croce quantunque senza piu' forze nel giorno della Via Crucis, è quel mantello sotto il quale nasconde giocandoci divertito un bambino, è quel libro che svolazza sulla bara il giorno dei funerali. Non so se dicendo queste cose rischio la blasfemia o se offendo la dignità sacrale della Chiesa. Ma questo è, e questo dico.
giovedì, febbraio 28, 2013
mercoledì, febbraio 27, 2013
Primum sopravvivere, dunque cambiare subito la legge elettorale.
Maroni ce l'ha fatta. Ha conquistato il Pirellone. Da ieri è il nuovo governatore della Lombardia, la regione piu' ricca e popolosa d'Italia. Ha battuto Ambrosoli, candidato un pò troppo sbiadito rispetto all'alto profilo politico istituzionale dell'ex, nonchè già apprezzatissimo ministro dell'Interno. I lombardi si sono dunque espressi per la continuità rispetto al passato nonostante le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto sia l'ex governatore Formigoni che la stessa Lega nonchè tutti gli altri partiti della coalizione di centrodestra. Diversamente è andata invece nel Lazio dove gli scandali e la presenza di un competitor di spessore come Zingaretti hanno inciso in maniera determinante contribuendo a ribaltare in maniera radicale il quadro politico regionale ed assegnando al centrosinistra una vittoria netta. Sia il Lazio che la Lombardia avranno comunque un governo e una maggioranza stabili. Merito di una legge elettorale effettivamente maggioritaria che favorisce la governabilità a differenza di quanto accade a livello nazionale dove a causa del Porcellum la situazione è invece quella che è. Una situazione a dir poco paradossale che fa dire ad un triste, stanco e sconsolato Bersani di essere arrivato primo ma di non aver vinto le elezioni. Un ossimoro in termini e di fatto. E' più che evidente, ma ormai lo sanno pure le pietre, che al di là dei futuri scenari parlamentari, la prima cosa da fare è proprio questa: cambiare l'attuale legge elettorale. Si dovesse tornare a votare tra un mese, tra sei mesi o anche tra un anno con lo stesso sistema, si riprodurebbe un'identica situazione di ingovernabilità, tale e quale a quella odierna, con gravissime conseguenze a quel punto non solo finanziarie ed economiche ma anche e soprattutto per la stessa tenuta democratica del nostro Paese. Lo avranno finalmente capito lor signori? Saranno bastati gli enormi guasti già prodotti da una legge che ha nel suo stesso nome la sua essenza, la sua vera identità? La casta porrà un freno a questa deriva o continuerà imperterrita il suo cammino verso il disastro totale?
Intanto lo stallo continua. A Bersani è toccata la prima mossa. Niente larghe intese, porta sbattuta in faccia al Cavaliere e sfida di governo lanciata ai grillini. Ma tutto è ancora in alto mare, mentre l'Europa intera ma anche gli Stati Uniti seguono con molta apprensione l'evolversi del quadro politico italiano. Molto dipenderà dalle consultazioni e dalle scelte del Presidente della Repubblica. Ma è chiaro che qualsiasi formula alla fine verrà trovata questa sarà a breve se non addirittura a brevissima scadenza. Ipotizzare un ritorno al voto entro l'estate o al massimo subito dopo, non è affatto peregrino. E' più di una possibilità concreta.
martedì, febbraio 26, 2013
Grosse Koalition? Intanto Scilipoti ce l'ha fatta di nuovo.
Ci risiamo. Borse giù, spread alle stelle. Neanche il tempo di smaltire la sbornia elettorale, ed ecco riemergere con tutta la loro cruda realtà i problemi di sempre. Segno che le elezioni nulla hanno cambiato, anzi hanno aggravato il quadro di una situazione italiana già di per se instabile. Gl'indicatori finanziari internazionali ci stanno bocciando, mentre le cancellerie di mezzo mondo si dicono preoccupate. Del resto non potrebbe essere diversamente considerato che dalle urne è uscito un quadro di instabilità politica e istituzionale che non ci proietta verso orizzonti rassicuranti. L'effetto Grecia è dietro l'angolo, mentre si rischia un vuoto di potere micidiale. C'è da dare al Paese un nuovo governo ma nessuno sembra avere i numeri per farlo. C'è da eleggere un nuovo Capo dello Stato ma al momento è tutto in alto mare. Ci sarebbero indispensabili riforme da adottare ma l'assenza di una maggioranza impedisce di credere che ciò sarà fatto nei tempi richiesti. Come andrà a finire? Nuove elezioni? Improbabile. Nè il Pd nè il Pdl vorrebbero consegnare il Paese a Grillo posto che ritornare alle urne subito significherebbe spalancare un'autostrada al Movimento Cinque Stelle verso un'inesorabile quanto definitiva marcia su Roma. Che fare allora? Un governo di larghe intese, ciò che in Germania chiamano Grosse Koalition? E già, ma noi non siamo la Germania, noi siamo l'Italia. Quelli non hanno Berlusconi nè gli antiberlusconiani. Immaginarli di nuovo assieme in un governo a quel punto politico e non tecnico, sia pure di breve durata e con precisi obiettivi da raggiungere, è pura fantascienza. Qui da noi prevalgono sempre gli interessi di bottega a cui è difficile se non impossibile riuscire ad anteporre gl'interessi generali. Soluzione al momento impraticabile, a meno di eventuali ripensamenti capaci di togliere di mezzo quelle grevi pregidiuziali che oggi sono da ostacolo al "volemese tutti bene". Governo di centrosinistra allargato ai grillini? Altrettanta pura fantascienza. Grillo nel merito è stato infatti decisamente perentorio. "Niente inciuci e scapellotti a destra e manca". Tuttavia qualcosa va comunque fatta benchè a tutti appaia difficile immaginare proprio cosa debba essere fatto. Non si può lasciare il Paese in balia dell'ingovernabilità, nè tantomeno lasciarlo nelle mani di un ex comico qualora si decidesse di non fare appunto nulla preferendo il ritorno immediato alle urne. Situazione davvero difficile. Vedremo cosa la politica (ma ce n'è ancora una?) riuscirà a tirare fuori dal suo cilindro. Non c'è tempo da perdere. La palla passa adesso a Napolitano. Partiranno le consultazioni piu' strane ed anomale della storia repubblicana. Anche i grillini saranno ascoltati. Domanda: ma al Quirinale chi ci andrà di loro, lo stesso Grillo? Intanto una notizia: Scilipoti ce l'ha fatta. Rappresenterà, lui siciliano, la Calabria in Senato. Non so se ridere o piangere.
lunedì, febbraio 25, 2013
Lo straordinario e storico successo di Grillo.
Man mano che i risultati elettorali diventano sempre piu' definitivi, un dato emerge su tutti inconfutabile e inoppugnabile: la colossale vittoria di Beppe Grillo. Lo tzunami annunciato, dunque, c'è stato. Secondo partito in assoluto a soli pochi voti dal Pd. Piu' di cento parlamentari alla Camera, poco meno al Senato. Un nutrito drappello di gente comune, gente come noi, impiegati, disoccupati, giovani laureati e non. Gente comune che da domani potrà fregiarsi del titolo di onorevole. Una rivoluzione vera e propria. Incredibile. Inutile negarlo. Questo è. Poi domani sui giornali leggeremo le piu' strampalate interpretazioni sul voto. Interpretazioni che varieranno a secondo la linea editoriale delle singole testate. Ma un fatto è certo già adesso e niente e nessuno potrà smentirlo: il Movimento 5 Stelle e il suo indiscusso leader si sono meritati quantomeno una citazione nei futuri libri di storia. Il loro infatti è un successo storico, senza precedenti nè in Italia nè ovunque nel mondo. Altro che Uomo Qualunque. Qui si è andati ben oltre. E se si dovesse ritornare presto al voto, come sembra al momento probabile, andranno ancora piu' oltre di adesso. Vedrete.
Tutto innegabile. Cosi come è innegabile che Berlusconi, dato per morto, sia riuscito a resuscitare ancora una volta. Non avrà i poteri divinatori che lui stesso ama attribuirsi, ma a questo punto poco ci manca che li abbia davvero. Formidabile la sua rimonta. Una rimonta che ha consentito al Pdl e alla coalizione del centrodestra di centrare l'obiettivo che si erano prefissati: impedire a Bersani di vincere le elezioni.
Ed infine altrettanto innegabile è il fatto che il centrosinistra sia riuscito ancora una volta a perdere o, se volete, a non vincere nonostante ci fossero tutte le condizioni per una vittoria a dir poco trionfale. Avessero candidato lo straordinario Renzi anzichè il piu' che normale Bersani, oggi staremmo qui a raccontare tutta un'altra storia. Ed invece è andata come è andata, si sono gonfiati come rospi con le primarie, per due mesi si sono come al solito parlati addosso e alla fine si sono ritrovati con le pive nel sacco. A sinistra sembra ormai un destino inesorabile. In vista delle prossime elezioni credo saranno in molti da quelli parti che andranno in pellegrinaggio salvifico a Firenze. Ma questa è un'altra storia, tutta ancora da scrivere.
Spoglio elettorale, negli uffici sarà come quando gioca l'Italia ai Mondiali
Siamo li, tutti pronti, curiosi di sapere, di apprendere dati, cifre, risultati. La maratona dello spoglio comincerà alle 15. Istant poll, exit poll, prime proiezioni, aggiornamenti di proiezioni e via di questo passo fino a tarda notte quando i primi dati ufficiali dovrebbero sancire l'esito definitivo di questa tornata elettorale. Si partirà con il Senato, cosi ci toglieremo subito il dubbio se una maggioranza alla fine dalle urne uscirà. Riflettori puntati dunque su Palazzo Madama dove, per via di un meccanismo elettorale diverso, gli equilibri tra le forze in campo sono piu' incerti rispetto alla Camera. E' qui che si gioca il futuro della prossima legislatura non tanto a Montecitorio dove la vittoria del centrosinistra è data quasi per scontata. Vedremo.
Intanto la curisiotà cresce e un pò ovunque ci si attrezza per seguire questo interminabile snocciolarsi di dati. Tv accese nelle case, radio a palla nelle auto, pc aperti negli uffici dove oltre a collegarsi con i i siti dei principali quotidiani nazionali ci si connetterà in streaming con i canali della Rai. Le cuffie sono già pronte onde evitare di disturbare il collega vicino che farà finta di lavorare perchè a sua volta sarà impegnato anch'esso ad osservare il divenire fluente delle notizie elettorali. Tranquilli, oggi il capo non chiamerà. Anche lui sarà infatti morbosamente assorbito dal vorticoso mulinare mediatico di dati e proiezioni. Insomma, negli uffici sarà come quando gioca l'Italia agli Europei o ai Mondiali durante l'orario di lavoro. Tutto si ferma e il resto, oltre alla partita, non conta. Tutti giustificati. Pratiche messe da parte. Ogni attività rinviata a domani quando tra una pausa caffè e l'altra ci si azzannerà tra colleghi nel commentare gli esiti che a quel punto saranno definitivamente finali. Il problema semmai è come riuscire a placare oggi l'ultras politico che c'è in ciascuno di noi. In queste ore ci si guarderà tutti in cagnesco ma non si proferirà parola. Nessuno si sbilancerà. Tutti staranno acquattati in attesa dei risultati. Silenzio assoluto ancorchè tattico. Il berlusconiano che sogna il sorpasso quando nei corridoi incrocerà un piddino farà di tutto per passargli scaramanticamente davanti. L'altro invece guardandolo penserà "Passa, passa, tanto tra qualche ora ti smacchierò". I piu' sicuri tra i colleghi sembrano i grillini. E ce ne sono tanti. Quelli, andrà come andrà, si sentiranno comunque vincenti e già oggi mentalmente stanno mandando affanculo tutti con un sorriso talmente sfacciato che non puoi non leggere come una evidente quanto manifesta presa per il culo. Per loro in ogni caso sarà una goduria. I montiani invece mantengono un certo aplomb. Si sentono in un certo qual modo superiori agli altri colleghi e ostentano un certo distacco. Ti evitano. Li vedi girare algidi tra gli uffici come se fosse un giorno normale, ma alle 15 in punto, statene certi, saranno i primi a collegarsi con il Corriere.it. Sognano il 15% e un pareggio al Senato. Sanno di non poter vincere nei tempi regolamentari. Puntano dunque ai supplementari, se non addirittura ai calci di rigore. Di ingroiani se ne vedono invece pochi in giro. Quelli sono quasi tutti attivisti. Si sono presi un giorno di ferie per presidiare i seggi. Temono brogli elettorali, anzi sotto sotto li auspicano. E' pane per i loro denti. E i gianniniani? Non esistono o se esistono si nascondono e non c'è bisogno neanche di spiegare perchè.
Buona giornata e buon lavoro a tutti.
P.S. Alla fin della fiera, quanti vivranno meglio queste ore di attesa sono gli astensionisti. Non se ne sono fottuti "un'emerita minchia" (cit. Albanese) prima del voto, figuriamoci dopo.
domenica, febbraio 24, 2013
Crozza, Giannino e le minchiate dei politici
Si vota. Il giorno X è arrivato. Da stamani seggi e urne aperti. Si andrà avanti fino a domani pomeriggio alle 15. Poi, exit pool, proiezioni, primi risultati, primi commenti, in un caravanserraglio televisivo mediatico a reti praticamente unificate. Intanto piove un pò dapperttutto e c'è pure dove nevica. Chissà quanto ciò influirà sull'affluenza alle urne. Non si hanno precedenti recenti per possibili confronti. In Italia si è sempre votato in primavera o al massimo a ridosso dell'estate. Elezioni anomale anche per questo.
Ci siamo dunque messi alla spalle una campagna elettorale lunga e combattuta. Cosa ci è rimasto di essa? Personalmente le imitazioni di Crozza. Perfette. Ha rappresentato magnificamente il desolante teatrino politico-italiano con tutte le sue bizzarre marionette e i suoi vecchi ancorchè logori pupari. Di piu'. Par condicio rispettata. Che nessuno gli dia del comunista. A San Remo lo hanno fischiato (in pochi) ma non lo meritava. Ne ha avute per tutti. Nessuno escluso: Berlusconi che distribuisce mazzette di soldi, Bersani che con accento piacentino smacchia giaguari, Monti noioso e algido, Ingroia svogliato e sbiascicante, Grillo esaltato e poi Giannino. E già, proprio Giannino è l'altro dettaglio di questa campagna elettorale che mi è rimasto particolarmente impresso piu' di altri. Ma come si fa, mi chiedo? Due laureee e un master inventati, per non parlare poi della falsa partecipazione allo Zecchino d'oro. Senza vergogna. Solo un pazzo esaltato poteva pensare di farla franca. Del resto, da uno che si veste come si veste lui ci si può aspettare di tutto. In Italia ci mancava solo questo. Ora nel nostro palmares politico-elettorale possiamo fregiarci anche di quest'altro primato. Poi ci lamentiamo che all'estero parlano male di noi.
E i programmi? Le promesse? I proclami? Tutte minchiate. Da domani ritorneremo tutti sulla terra. Con i problemi e i guai di sempre. A prescidere da chi vincerà, semmai qualcuno dovesse vincere davvero. Buon voto a tutti.
sabato, febbraio 23, 2013
Che meraviglia l'alba romana
Un blog è come un diario. Ci scarichi dentro tutti i tuoi pensieri. Quantomeno quelli che puoi rendere pubblici. Una sorta di sfogatoio. C'è chi dice che è uno strumento per frustrati. Può darsi. Anche se io preferisco farmi le seghe mentali piuttosto che quelle manuali per sfogare le mie frustrazioni. Leggera caduta di stile, lo so, ma non riesco a trovare parole migliori per dirvi che, per chi ama scrivere, un blog è anche un'esperienza altamente erotica. Stamattina per esempio ad eccitarmi è stata la visione dell'alba. E già, ieri sera sono andato a letto prestissimo. Mi sono addormentato che non erano ancora le dieci e adesso mi sto godendo questo spettacolo della natura. Ho la fortuna di vivere in un quartiere dove non tutto è cemento e dalla finestra della cucina riesco pure a vedere l'orizzonte. Colori stupendi stanno spegnendo la notte accendendo pian piano il giorno. C'è un azzurro tenue, un giallo opaco e un rosso intenso che colorano il cielo e le poche nuvole presenti. Sorseggio il caffè appena uscito dalla moka, esco sul balcone incappucciato, fa freddo, ma mi piace, accendo la sigaretta e mi godo il silenzio che avvolge la città. Il mostro ancora dorme. Non si odono rumori. Non una macchina c'è in circolazione. Sento pure il garrito (si dice cosi?) di un gabbiano. Che meraviglia. Vista cosi Roma è bella, stupenda, ha colori magnifici, un'aria fresca che ti attiva subito le sinapsi del cervello, ti invoglia a pensare, quindi a scrivere. Butto giu' queste quattro righe, ma adesso esco subito. Non voglio perdermi la goduria di andare a piedi all'edicola con le strade ancora deserte. Comprerò la solita mazzetta di giornali e annusarne l'odore di stampa freschissimo senza lo smog che solitamente ti penetra nelle narici, sarà una sensazione ancora piu' bella. Buona giornata a tutti.
Iscriviti a:
Post (Atom)