mercoledì, aprile 15, 2020

Bagnara, aiutare gli operatori turistici si può

Non bisogna perdere tempo. La Fase 2, quella dell'uscita dalla quarantena e della ripresa delle attività economiche, va pensata e organizzata subito. Non solo a livello di governo centrale e regionale, ma anche locale.  I comuni devono muoversi, devono fare qualcosa anche loro, laddove è possibile, specie per sostenere quei settori che piu' di altri hanno subito le negative conseguenze economiche di questo lockdown generale. 

E' vero che i Comuni possono poco e che i loro margini di manovra sono ridottissimi. E' vero pure che molti di questi enti sopravvivono da anni lungo un baratro finanziario e con casse praticamente vuote. Ma qualcosa possono e devono farla.

Non si tratta di dare soldi ai cittadini che ne hanno bisogno. Si tratta solo di fargliene spendere di meno. Occorre solo capire dove e come intervenire. Il quando non è neanche da discutere: subito.

La domanda dunque sorge spontanea: dove e come può intervenire il Comune di Bagnara per sostenere la ripresa in particolare dei commercianti e degli operatori turistici locali, che a ben vedere sono quelli che stanno patendo di piu' la crisi e che piu' degli altri avranno difficoltà a riprendersi? 

Non esiste uno studio in merito. Ma i soldi non introitati, ovvero i mancati incassi dovuti alla chiusure forzate viaggiano su cifre a sei zeri. Ci sono famiglie intere che stanno attingendo ai propri risparmi per andare avanti, per pagare bollette, affitti, tasse ma anche solo per mangiare. Molti li stanno per finire. Alcuni li hanno già finiti. E senza soldi ripartire sarà davvero difficile, se non impossibile. L'opportunità di accedere al credito bancario senza valutazioni di merito grazie alla garanzia offerta dallo Stato è già qualcosa. Ma non basta. Per questa ragione il comune se può intervenire deve farlo. E' un dovere istituzionale, ma anche etico e morale.

Escluso l'abbassamento delle aliquote dei tributi locali (acqua e spazzatura) considerate già le note problematiche esistenti, a mio parere c'è qualcosa di concreto che l'ente può decidere sin da subito. Qualcosa di piccolo, ma che contribuirà a rendere meno difficile la ripresa per molti: la cancellazione per tutto il 2020 del canone per l'occupazione di suolo pubblico.

Non so esattamente a quanto ammonta annualmente il gettito derivante da questo canone e quindi non so quale posta in entrata è stata prevista nel bilancio comunale. Ma si dovrebbe trattare complessivamente di una cifra non impossibile da rimpiazzare, da sostituire, da trovare negli altri capitoli del bilancio comunale. Tra l'altro questo è un problema che a Palazzo San Nicola dovranno tenere in ogni caso in considerazione poichè è molto probabile che rispetto alle previsioni ci sarà un calo notevole di questo introito. Potrebbe infatti risultare non conveniente per alcuni operatori  occupare suolo pubblico per garantire un servizio alla clientela che con ogni probabilità sarà ridotto rispetto agli anni passati in virtu' delle prevedibili distanze che alla ripresa saranno comunque imposte dalla normativa nazionale in materia di sicurezza sanitaria. Tanto vale la pena dunque tagliare subito la testa al toro, imporre la cancellazione di questi pagamenti e pensare come riequilibrare il bilancio.

Questa iniziativa è stata già adottata da diversi comuni italiani tra cui Roma che vive anche e soprattutto di turismo tutto l'anno. Ed un piccolo paese che vuole essere a vocazione turistica come Bagnara non può non pensare di adottare la stessa misura.

L'iniziativa è sostenuta non solo dagli imprenditori interessati ma anche da molti cittadini come il sottoscritto o come per esempio l'architetto Mario Gramuglia che in suo post odierno su Facebook ha brillantemente scritto "visto che all'aria aperta il virus ha minore incidenza rispetto ai locali, qualora fosse possibile normativamente, il comune perchè non valuta la possibilità di ridurre drasticamente il costo del suolo pubblico, in modo da utilizzare gli spazi prospicienti, normalmente destinati a parcheggio o comunque occupabili, per attività di vendita come accade durante l'isola pedonale?".

Al Sindaco la risposta nella speranza che come al solito non intervenga la scure "assassina" di qualche potente burocrate locale.




domenica, aprile 05, 2020

Tra pensieri planetari e voglia di passeggiate al mare

Domenica delle Palme. Giornata meravigliosa. E' esplosa la primavera. Spring has sprung, dicono gli americani con un simpatico gioco di parole. Alberi in fiore, tepore solare, profumi nell'aria, tramonti che cominciano a farsi suggestivi, poetici, mitici.

E noi?  A casa, come oltre un miliardo di persone nel resto del mondo. E' pandemia planetaria. Con gli Stati Uniti che anche questa volta non si lasciano sfuggire l'ennesimo record, primeggiando già adesso in termini di contagi e in prospettiva purtroppo anche di morti. American First, sempre e comunque. Si aggiudicheranno anche questa Olimpiade, non c'è alcun dubbio, nell'anno in cui quelle sportive sono state rinviate causa Covid 19.

E vogliamo parlare del Giappone? Della sua sfiga proprio con le Olimpiadi? La prima volta nella storia che i nipponici si impegnarono ad organizzarle correva l'anno 1940.  Scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e furono costretti a cancellarle. Corsi e ricorsi storici. Sfiga e risfiga storica. Per caso, porteranno male? Personalmente non credo a certi influssi paranormali, ma nel dubbio è bene che gli amici giapponesi ci rinuncino una volta per sempre. In questi casi meglio adottare il principio cautelativo piuttosto che rischiare di ritrovarsi magari tra 50 anni con un meteorite che colpisce la terra estinguendo l'umanità come accadde con i dinosauri milioni di anni fa. 

Pandemia mondiale. Avete visto quelle immagini proveniente dall'Africa dove si sa che il virus ha attecchito ma non è possibile sapere ancora in che modo, in quali proporzioni, con quali conseguenze? Non ricordo da quale paese arrivassero, ma ho bene in mente quelle immagini dei contagiati cacciati dai loro villaggi e costretti a recuperarsi un letto sopra gli alberi, tra i rami, nelle foreste. Nel Medioevo in Europa agli appestati era andato meglio.

E in Asia? Gli esodi di massa dalle grandi città dove manca ormai quasi tutto, spesso anche da mangiare? Esodi biblici, umanità errante, di ritorno nei paesini di origine alla ricerca di una salvezza che con ogni probabilità la stragrande maggioranza di loro non troverà.

E nella Russia di Zar Wladimr oggi tanto osannato dalle nostre parti? Ancora pochi isolati contagi. Ma chi ci crede? Come in Cina, origine di questo male, dove i morti per coronavirus ufficialmente sono inferiori addirittura ad Italia e Spagna nonostante una popolazione  venti volte superiore alla nostra e con una regione quella dell'Ubei che da sola è già piu' grande della penisola iberica.  Neanche Pinocchio sarebbe stato capace di una cotanta clamorosa bugia. Vi piacciono i regimi autarchici? Teneteveli stretti, ma lasciatene fuori l'Italia, vi prego.

E l'Europa delle meraviglie? Rischia di disintegrarsi. Laddove non ci è riuscito lo spread ci sta riuscendo il virus. La miopia e l'egoismo di taluni paesi del Nord sta spazzando via il progetto comunitario. Chi vorrà piu' stare assieme a Germania e Olanda considerate le briciole finanziarie che intendono concederci per affrontare questa brutale pandemia? Oggi, in un ipotetico referendum in stile britannico, sarebbe Italexit con il 100% dei consensi.

Ritorniamo a noi. A questa Domenica delle Palme. Che state facendo? Non è difficile immaginarlo. Io ho spento la tv. Senza calcio non ha senso seguirla e francamente sono ormai arcistanco di programmi su programmi dedicati all'emergenza.  Basta. Sono piu' che sufficienti la conferenza stampa quotidiana della Protezione Civile alle 18, le dirette del Premier e qualche trasmissione di approfondimento serio. Il resto per me è inutile.

Di pomeriggio non mi piace vedere film. Preferisco piuttosto leggere o scrivere come in questo momento. Ma è solo un palliativo, una medicina per alleviare le sofferenze dell'anima.

E la mia anima guardando fuori dalla finestra, osservando quel sole, quell'esplosione di colori e profumi, soffre.

Ho voglia di una passeggiata. Ma non in un posto qualsiasi. Ma nel posto in cui la mia anima si riconcilia sempre con se stessa. Davanti a quel mare che è anima anch'esso.

Ma anche Bagnara è chiusa. Anche i bagnaroti sono agli arresti domiciliari. E per loro la sofferenza deve essere maggiore della mia. Vedere il mare e non poterlo toccare. Un patimento dell'anima.

Buona Domenica delle Palme.










sabato, marzo 21, 2020

Vietato avere paura

Stiamo suonando e cantando dai balconi, anche da quelli virtuali come lo sono i social. Un rito collettivo che dura ormai da dieci giorni e che si sta replicando altrove in Europa e nel Mondo. 

Siamo stati gli apripista planetari di un atteggiamento che non vuole essere mancanza di rispetto per quanti sono gia' morti e per quanti stanno lottando per salvarsi la vita. È un solo un rito propiziatorio, un modo come un altro per esorcizzare la paura, per non sentirci soli contro un nemico invisibile, subdolo, infame.

È anche un incoraggiamento per quanti sono costretti ad uscire di casa per garantirci la sopravvivenza, per tutti coloro che stanno mettendo a rischio la loro vita per garantire la nostra. Siamo come una curva da stadio che canta per sostenere la propria squadra del cuore. E la nostra squadra del cuore in questo momento si chiama Italia, siamo noi stessi.

 Ma dopo dieci giorni i numeri cominciano a farsi tremendamente seri e ci inchiodono ad una realtà da incubo che mai ci saremmo aspettati di vivere. Sto stramaledetto virus ci ha sbattuti fuori dalla nostra comfort zone. Le certezze di sole due settimane fa non sono piu tali. I nostri capisaldi psicologici, individuali e collettivi, stanno scricchiolando e la paura, quella vera, sta facendosi largo dentro di noi. Avanza, piano piano ma avanza nella stessa misura in cui passano i giorni e nella stessa misura in cui dentro ciascuno di noi cresce la consapevolezza che forse nulla sarà più come prima. 

Non si teme solo per la propria vita e per quella dei propri cari, ma anche per il nostro benessere e per quello dei nostri figli. Inutile nascondercelo: se tutto questo durerà a lungo, non qualche altra settimana, ma addirittura mesi, il rischio non è solo quello di vedere allungarsi notevolmente la lista dei deceduti, ma anche quello di raccogliere macerie dal punto di vista economico.

Forse ciò che temiamo di più è proprio questo, considerato che come al cospetto di qualsiasi altra malattia anche questa la stiamo vivendo come un fenomeno che riguarda gli altri e non noi, fin quando, Dio non voglia, all'improvviso non ne saremo colpiti. C'è in ciascuno di noi, quelli sani, quelli senza alcuna patologia pregressa, la recondita speranza di potercela comunque fare, di potercela comunque cavare come fosse una banale influenza anche se non lo è. Ci attacchiamo ai grandi numeri i quali ci dicono che la stragrande maggioranza di noi ne uscirà indenne.

Si teme invece il dopo ed è un timore questo che invece riguarda tutti. Molti tra noi sebbene ancora in piena salute sono già in sofferenza economica. E piu' passerà il tempo piu' questa condizione di difficoltà si espandera' a macchia d'olio ancora piu' velocemente di questo stramaledetto virus mettendo a rischio l'intero sistema paese. Si respira aria di guerra e per le strade non a caso comincia già a vedersi l'esercito.

Ma avere paura non serve. Farsi battere dalla paura complicherà solo il tutto, ci renderà ancora piu' impotenti rispetto ad una vicenda che rischia di lasciarci nudi di fronte a noi stessi.

Vietato dunque avere paura, se non nella misura in cui serve a renderci consapevoli che tutto comunque non finirà qui e che anche cadendo ci si potrà rialzare. Lo hanno fatto i nostri nonni e i nostri genitori dopo la piu' devastante guerra che l'umanità abbia mai visto. Lo potremo fare anche noi.

Vietato avere paura, anche perchè non possiamo non riporre fiducia nella scienza, nell'incredibile progresso raggiunto, nel fatto che nel chiuso di un laboratorio, ne sono certo, qualche eroe starà già mettendo a punto il vaccino che distruggerà il nostro nemico.

Buon week end Italia per quanto sarà possibile. Una preghiera per quanti ci hanno già lasciati e per quelli che stanno lottando contro la morte, ma non smettiamo di sperare.

giovedì, marzo 19, 2020

Bagnara isolata. Ora tocca a voi miei cari bagnaroti

Un colpo al cuore. Mi sembra davvero tutto surreale. Bagnara, paese da sempre aperto in tutti i sensi, luogo di relax baciato dalla natura, comunità dalla socialità altissima, patria della "cugghiunella" come filosofia di vita, da qualche ora è chiusa. Per colpa di uno stramaledetto virus che ha stravolto per il momento le nostre vite.

Da stasera non vi si potrà ne entrare, ne uscire, se non per ragioni di lavoro, di salute o di rientro al proprio domicilio. Non solo. E' fatto anche divieto assoluto di passeggio nelle principali vie del paese frazioni comprese, cosi come non sarà piu' possibile svolgere attività fisica all'aperto se non per esigenze di salute comprovate da regolare certificazione medica. Si potranno portare fuori gli animali domestici per le loro esigenze fisiologiche ma entro 100 metri dalla propria abitazione. I trasgressori saranno puniti con un'ammenda di 250 euro e nei loro confronti scatterà anche una denuncia penale.
Una decisione questa epocale, senza precedenti, che porta la firma del Sindaco in calce all'ordinanza n. 82/2020 che resterà nella storia della nostra meravigliosa cittadina. Una decisione comunque saggia, giusta e necessaria che vuole avere il senso di blindare il paese rispetto ad una potenziale diffusione del Covid 19 che è ormai arrivato anche in provincia di Reggio e nei paesi a noi vicini come dimostrano i bollettini ufficiali delle istituzioni. Non ultimo il caso di una sessantenne scillese risultata positiva al tampone e posta immediatamente in quarantena nella propria abitazione. A quattro passi da noi.

Quella di questa sera si aggiunge ad altre ordinanze già emanate dal Sindaco nel contesto   dell'attuale emergenza sanitaria tra cui figurano una dozzina di misure di quarantena nei confronti di concittadini rientrati frettolosamente dal Nord, la chiusura della Villa e dei cimiteri comunali. 

L'Amministrazione Comunale in stretto coordinamento con la locale caserma dei Carabinieri (un plauso per la rigidità dimostrata sin qui nei necessari controlli) e con il seppur ridottissimo Comando della Polizia Municipale stanno mettendo in atto tutto ciò che è nelle loro prerogative e nei loro poteri, nel rispetto della normativa vigente, per salvaguardare l'intera comunità bagnarese rispetto ad un rischio reale di diffusione della "bestia". 

Di piu' non possono fare. Ora sta a voi, cari concittadini residenti in loco, rispettare con estrema serietà tutte queste ordinanze. Ne va di mezzo la vostra salute e quella dei vostri cari.
Non giudicate esagerate queste misure. Rispettatele e basta. Per voi, per i vostri figli. Tutto il mondo si sta chiudendo per proteggersi da un virus che, non ci viene detto per non creare panico, ma che di fatto sappiatelo è la peste dei nostri anni.

Lo so. Viene difficile stare barricati in casa quando di fronte si ha un mare che è un richiamo incredibile e si vive in un clima da Dio, con tramonti che cominciano ad essere mozzafiato. Guardateli dalla finestra e dai balconi di casa vostra ed immaginate che quando tutto finirà tutti potrete godere nuovamente in assoluta libertà del nostro meraviglioso paese.
Vivrete fino al 3 aprile (e speriamo finisca tutto per questa data) la condizione di emigrati in casa vostra. E' dura, ve lo posso assicurare. Ma se vi ci abituerete passerà tutto piu velocemente.
Buna fortuna concittadini. Buona fortuna o mia bella isolata Bagnara.

lunedì, luglio 29, 2019

Le voglie di un emigrato di ritorno

Siete già partiti? A dare retta a Facebook sembrerebbe ancora in pochi, anche se per molti oggi è iniziata l'ultima faticosa settimana lavorativa prima delle agognate ferie e delle tanto sospirate vacanze. E saranno giorni più lunghi del solito con le ore che sembrano trascorrere più lentamente del solito come se il tempo si prendesse gioco di noi e della nostra  ansia da partenza. Ma fidatevi, passeranno comunque, eccome se passeranno, anche a dispetto dei dispetti di Chronos. Occorre solo pazientare un po'. Capisco, siete stracarichi, specie se vivete in città grandi. Non se ne puo  più di traffico e pendolarismo, di metro e autobus, di file ovunque e comunque. C'è tanta voglia di staccare la spina, di rompere la routine quotidiana, di salutare  colleghi e capi ufficio, di dedicarsi al dolce far niente. Basta con la sveglia. C'è voglia di dormire finché se ne ha voglia senza lo stress dell'essere puntuali, di rigirarsi dall'altro lato appena aperti gli occhi senza la paura di fare tardi. C'è tanta voglia di mare, di bagni, di tuffi al tramonto, di letture sotto l'ombrellone, di granite con la panna a colazione, di cene prelibate, di infinite passeggiate serali, di chiacchiere su chiacchiere (hai voglia a chiacchiere), c'è voglia di riabbracciare gli amici di sempre rimasti laddove li hai lasciati. E lì li troverai, invecchiati di un anno ma sempre uguali a loro stessi. C'è voglia di respirare gli odori, i profumi della propria terra, di stare nei luoghi della memoria, nel posto in cui si è nati e cresciuti. C'è tanta voglia di sentirsi  emigrati di ritorno. Ed è bello così, profondamente terroni

giovedì, luglio 25, 2019

Il gelato della discordia

Non ce la posso fare. Anzi, non ce la faccio. Ci mancava pure la polemica sul gelato. Ce l'hanno servita in cono e in coppetta, ma anche in formato confezionato a lunga conservazione, quello del Tartufo di Pizzo, oggetto di una querelle che da ieri sera impazza sui social grazie anche alla sponda "istituzionale" offerta dal commissario dell'associazione dei commercianti bagnaresi, Mimmo Soldano. Il quale sceso in difesa dei gelatai bagnaresi (ho un dubbio, a loro insaputa?), ha attaccato l'Amministrazione Comunale rea a suo dire di aver ospitato sul territorio comunale due iniziative promozionali di alcuni produttori appunto del Tartufo di Pizzo. L'accusa, in sintesi, è questa: date spazio ai "forestieri" e non agli "indigeni". Come dire, Prima Bagnara. Prima i nostri gelati. Poi, semmai, quelli degli altri.
In linea teorica potrei trovarmi d'accordo. La mia ultra bagnaresità infatti è nota e spaventerebbe anche il temerario Capitano Salvini. Tuttavia, emulando Di Pietro, mi viene da dire: scusate, ma che ci azzecca?
E si, che ci azzecca? Ed allora, facciamo un pò di chiarezza.
Il Tartufo di Pizzo è un'eccellenza calabrese, ormai conosciuta in tutta Italia, un brand che da diversi anni sta conquistando sempre piu' spazi di mercato, sebbene di nicchia, alimentando quella che ormai è diventata una vera e propria industria impiantata su una vecchia tradizione artigianale locale. I tartufari di Pizzo si sono evoluti nel tempo, non sono rimasti a pettinare bambole, sono cresciuti,si sono associati, hanno investito e oggi il loro prodotto è acquistabile non  solo stando seduti ai tavolini dei bar della graziosa piazzetta centrale del ridente centro turistico vibonese, ma un po' dappertutto in Italia. Io per esempio me lo sono ritrovato anche sotto casa qui a Roma, in una pizzeria gestita da un calabrese e non vi nascondo che in queste caldissime e torride serate estive è il dessert di mio gradimento. Impazzisco per quello al pistacchio, ma credetemi ce n'è per tutti e di tutti i gusti. Ottimo, decisamente migliore di molti altri gelati confezionati a media e lunga conservazione. Anzi, non c'è proprio paragone. Una eccellenza di cui andare fieri se si è calabresi. Un po' come l'amaro del Capo con cui solitamente ne accompagno la degustazione e del quale spero raggiunga il medesimo successo di visibilità e quindi di vendite. Prima la Calabria, poi Sammontana.
Ma il Tartufo di Pizzo non è e non può essere un concorrente del gelato bagnarese, quello acquistabile solo nei bar di Bagnara, fresco di giornata, che se non lo lecchi subito finisce per sciogliersi dopo pochi secondi. Sono due cose diverse, due prodotti distinti che hanno mercati di riferimento differenti.
Per questo non capisco la polemica innescata anche dall'associazione dei commercianti. Avrei potuto capirla e anzi sarei sceso in piazza con tutta la veemenza di cui la mia penna è capace, se l'Amministrazione Comunale avesse accolto la richiesta promozionale dei produttori del Torrone Sperlari o del Pane di Grano di Altamura, o dei pescatori di pesce spada  di Milazzo. Ma questa, francamente, mi sembra una polemica spicciola, senza alcuna logica né senso commerciale. Una polemica tanto per fare polemica in un contesto sociale dove ormai, scusatemi, andare contro l'Amministrazione Comunale "fa figo". E molti lo fanno. Per carità, in alcune circostanze a ragione. Ma in questo caso, decisamente a torto.
Diamo un senso al tutto, dunque. Chiamiamo le cose con il loro nome. Non facciamo chiacchiere a vanvera o, come si dice dalle nostre parti, "sputazza inutile" e per alcuni solo strumentale. Queste due serate dedicate all'eccellente Tartufo di Pizzo vanno inquadrate nel giusto ancorché naturale contesto: quello di un'Amministrazione Comunale che per il terzo anno consecutivo, stante la cronica carenza di fondi, si è dovuta scervellare per mettere su a costo zero un cartellone di eventi estivi in grado di richiamare a Bagnara un numero maggiore di visitatori, specie i cosiddetti turisti della porta accanto, quelli di cui il paese ha necessariamente bisogno per sopravvivere. E il Tartufo di Pizzo può essere un ottimo richiamo in tal senso. E coloro i quali con questa scusa verranno a trovarci, magari prima passeranno al ristorante e in pizzeria. E il paese comunque qualcosa ci avrà guadagnato. O no?

Amici cari, detto questo, chiudo. E oggi se proprio volete aiutare l'economia bagnarese andate in uno dei tanti bar del paese e prendetevi un ottimo gelato. Io non posso farlo, né tantomeno posso chiamare il mio amico Nino De Forte o mio cugino Peppe Bagnato per farmi spedire via email o whatsapp un cono al caffè, una coppetta al cioccolato o una granita alla fragola. E so io quanta voglia ne ho Per cui, anche stasera mi toccherà degustare  un ottimo Tartufo di Pizzo.
  

martedì, luglio 23, 2019

Scrivere del nulla tanto per scrivere

Pensieri brevi estemporanei, in libertà, tanto per riempire di contenuti il tragitto in metro di ritorno a casa.
Direte: scusa ma non puoi tenerteli per te? Che bisogno hai di rendercene partecipi?
Risposta: non ve lo ha certo ordinato il medico di cliccare sopra questo link, all'interno del quale statene certi troverete  nulla di interessante. Solo parole messe a caso, una dietro l'altra.
Ognuno ha le sue fisse.  Mi dispiace per voi, io ho quella di scrivere. Non ne posso a fare meno pur sapendo invece che spesso dovrei. Ma è piu' forte di me. So solo una cosa: scrivere mi procura piacere. E poiché è davvero un piacere sentire piacere, continuo a farlo, anche quando in realtà avrei poco o nulla da scrivere.
A volte, come in questo caso, parto senza un obiettivo preciso. Non ho una trama precostituita, un canovaccio già in testa, un registro pensato prima, un messaggio da veicolare. No, scrivo e basta o quantomeno comincio a farlo, tanto, ne sono sicuro, qualcosa salterà sempre fuori.
Non soffro la sindrome della pagina bianca. Anzi quella piu' bianca è, più mi stimola a scrivere. Le parole vengono da sole, i pensieri si formano scrivendo, lo stile nasce spontaneo, difficilmente perdo il ritmo. Scrivo velocemente e questo mi aiuta, sebbene spesso a discapito della riflessione.
Lo so: riempio il vuoto con altro vuoto, il nulla con il nulla. Ma lo riempio.
L'estemporaneità è una forma di arte ed io in questo momento mi sento un artista. Come un pittore disegno schizzi di parole che poi troveranno una loro composizione spontanea, un'organicità che verrà da se. Per carità: so già che non sto "disegnando" un'opera d'arte, anzi sono cosciente che di cazzate in queste quattro righe ne ho già scritte abbastanza, cosi come sono certo che lungo questo breve tratto di strada mi son già perso diversi lettori. Ma chi se ne frega. E' solo un esercizio di stile, uno sfogo, una nevrosi, un'ossessione, chiamatela come vi pare. Ma questo è.
Potrei andare ancora avanti. Ma la prossima è la mia fermata. Accontentavi per il momento. Magari in un'altra occasione proverò a scrivere qualcosa di piu' interessante. (Sic!)